Se a bordo della capsula dal razzo della Blue Origin ci fossero stati dei turisti spaziali, avrebbero raggiunto lo spazio, avrebbero provato l’assenza di gravità per alcuni minuti, osservato la Terra stagliarsi nel cielo nero dell’Universo e sarebbero tornati sulla Terra sani e salvi.
Ma la vera impresa del razzo voluto e costruito da Jeff Bezos per voli turistici è un'altra: il lanciatore di Blue Origin ha infatti riutilizzato lo stesso motore e il medesimo hardware dei due voli precedenti (compiuti con successo a gennaio e novembre del 2015). Tre tentativi realizzati con successo e impiegando sempre lo stesso materiale che dunque, oltre a tornare a terra sano e salvo, ha una vita utile di almeno tre lanci. Non è poco per i motori dei lanciatori spaziali.
Il razzo è salito, come da programma, a 103 chilometri d’altezza , superando così la linea La linea di Kármán che segna il confine convenzionale tra l'atmosfera terrestre e lo spazio esterno. Qui è avvenuta la prevista separazione della capsula, in grado di ospitare almeno 4 persone (questa volta era vuota), che è rimasta nell spazio per qualche minuto e poi è tornata a Terra atterrando poi con dei pacadute.
Il lanciatore, invece, è precipitato verso il suolo, ha riacceso i suoi motori a circa 1 km di latezza ed è atterrato sulle proprie zampe, con estrema precisione, su una piazzola appositamente costruita.


Corsa spaziale. Bezos è in “gara”, con Elon Musk che possiede la società Space X, per realizzare vettori spaziali riutilizzabili. Ma mentre Falcon 9, il razzo di Space X, è molto più potente ed è in grado di portare materiale in orbita, il lanciatore di Blue Origins al momento è soltanto pensato per il turisno spaziale ed è in grado di compiere soltanto voli parabolici senza riuscire a superare completamente la gravità terrestre.
In ogni caso le due società sono alla stretta finale. Bezos comunque, ha fatto sapere che la sua capsula è in grado di ospitare anche esperimenti scientifici da realizzarsi in pochi minuti in assenza di gravità, con costi decisamente inferiori rispetto a quelli da sstenere per realizzarli a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Durante il volo di ieri, per esempio, all'interno della capsula erano presenti due piccoli esperimenti automatici compiuti in condizioni di microgravità.