Innovazione

Per il fondatore di Acer, Apple è un virus e l'iPad una bufala

Parola del fondatore di Acer.

I buddhisti giudicano le qualità d'un individuo e del suo operato in base al numero di nemici ed ostacoli che gli si oppongono. Probabilmente è questo che ha pensato Steve Jobs, da sempre appassionato delle religioni orientali, quando ha sentito Stan Shih, uno dei fondatori di Acer, sparlare di Apple e dei suoi prodotti più innovativi e di successo.Negli scorsi giorni, il manager taiwanese è arrivato addirittura a definire il marchio della mela un virus per il settore informatico, perché lo destabilizzerebbe lanciando prodotti che creano tendenze effimere, ma che sono destinati a sparire nell'arco di pochi anni. Secondo lui, un esempio lampante è rappresentato dall'iPad: in testa alle vendite dell'anno corrente, è riuscito ad intaccare il mercato dei notebook e, soprattutto, dei netbook, ma a breve verrà inevitabilmente abbandonato, perché gli utenti si renderanno conto di quanto sia limitato e limitante funzionalmente, proprio come è già accaduto per i mini-portatili. Esprime, poi, la sua assoluta fiducia nel futuro dei laptop, che ancora una volta supereranno indenni le mode del momento e continueranno a dilagare con le loro evoluzioni. Sono parole dure quelle di Shih, che mal celano un certo astio, in particolare nei confronti del tablet PC più venduto al mondo, che stando ad alcune recenti analisi di mercato ha rosicchiato proprio quel paio di punti percentuali che Acer avrebbe perso durante il 2010 nei confronti dei diretti rivali; mentre HP e Dell si tengono ben strette le rispettive posizioni dominanti, senza abbassarsi a considerazioni polemiche.Nel frattempo, Apple ha dimostrato di credere fermamente nei propri prodotti e, all'interno dell'evento "Back to Mac" che si è tenuto ieri, ha presentato quella che sarà la prossima versione del suo sistema operativo OsX, denominata Lion, che porterà un po' di iOS nei macbook, sia per quanto riguarda l'interfaccia, sia per quanto concerne l'acquisto di contenuti aggiuntivi attraverso il nuovo Mac App Store, che promette di rivoluzionare gli attuali sistemi di distribuzione ed installazione dei software. Alla fine, chissà chi avrà ragione tra i due litiganti: riprendendo il ben noto proverbio, magari sarà un insospettabile terzo incomodo a goderne.

21 ottobre 2010 Luca Busani
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