Ogni generazione ha avuto un supporto musicale che l’ha contraddistinta: per primo è arrivato il disco in vinile, poi è stato il turno della musicassetta negli anni Settanta e del CD negli Ottanta, per finire con l’MP3, che di fatto ha inaugurato il nuovo millennio. Ed ora? Nell’immediato futuro non ci attende nulla. Attenzione, però: con questo non intendiamo dire che la musica portatile sia senza prospettive, anzi! Il punto è che quasi tutti sono convinti che immagazzineremo le nostre canzoni preferite su server remoti, a cui potremo accedere da qualsiasi dispositivo, sia esso uno smartphone, un PMP, oppure un tablet PC.
Stiamo per entrare nell’era della “cloud music” - che, per la cronaca, non è un genere musicale - ed Apple, come sempre, sarà tra le prime ad offrirci questo tipo di servizio. Come avrete capito da quanto abbiamo scritto sopra, la casa di Cupertino non è l’unica a scommettere su questa tecnologia: sia Google che Amazon stanno infatti mettendo a punto le loro alternative, per essere subito competitivi, ma le differenze tra le rispettive offerte sono sostanziali. Apparentemente, regalando un seppur minimo spazio gratuito ed imponendo pochissime limitazioni, la concorrenza sembrerebbe in vantaggio su Apple, che invece richiederà sempre e comunque il pagamento di un abbonamento annuale.
In realtà, Jobs e soci sono stati decisamente lungimiranti ed hanno messo insieme una serie di tasselli che rendono pressoché perfetto il prodotto che intendono lanciare: la realizzazione del nuovo imponente data center in North Carolina e l’acquisizione del sito di streaming multimediale Lala rientrano proprio in quest’ottica. Oltre ai suddetti rinforzi tecnici, i veri assi nella manica sono gli accordi già stretti con tre major discografiche - EMI, Sony e Universal - che da un lato garantiranno l’assoluta tutela dei diritti d’autore e dall’altro proteggeranno Apple da eventuali azioni legali. Ciliegina sulla torta, il nuovo servizio sarà perfettamente supportato dal software iTunes e da tutti gli iPod dotati di una connessione dati e siamo certi che il prossimo iOS 5, il cui annuncio è previsto per la prossima estate, migliorerà ulteriormente questa integrazione, completando la trasformazione “cloud oriented” della serie di dispositivi portatili più venduta al mondo.
Ovviamente, come ogni scommessa che si rispetti, non mancano dubbi ed incertezze, perlopiù legati a due fattori: i sistemi di sicurezza informatica, che dovranno dimostrarsi all’altezza di così grandi aspettative, dopo il disastro di Sony con il suo PSN, e la diffusione di Internet che, come abbiamo già detto più volte, deve crescere ancora per supportare adeguatamente il cloud computing.
Voi, ad esempio, vi abbonereste subito a questo servizio in Italia? (ga)