Negli ultimi anni della sua carriera, il grande Luigi Ghirri scattò buona parte delle sue foto con una Pentax 645. Perché scelse questa macchina? Perché era un'ottima medio formato, con una resa cromatica superba, che non svelava i dettagli più microscopici come una grande formato, ma neppure "impastava" tutto indistintamente come una normale 35mm, rimanendo pur sempre di dimensioni contenute. A distanza di circa vent'anni, Pentax ha deciso di rendere omaggio a questa storica fotocamera ed ha realizzato una nuova reflex digitale, che ha chiamato appunto 645D.
Il suo punto di forza è indubbiamente lo splendido sensore CCD da 40 megapixel, grande 44x33mm, cioè quasi il doppio dei classici full frame ed il triplo dei più comuni APS-C. Utilizza il performante processore d'immagine Prime II ed un sensore autofocus a 11 punti che garantisce estrema precisione. Ha inoltre il corpo tropicalizzato in lega di magnesio, display con vetro rinforzato, batteria ricaricabile a lunga durata e doppio slot per schede di memoria SDHC, che le consentono un'autonomia massima di circa 1000 scatti in formato RAW. Con queste caratteristiche, è evidente che un prodotto simile non nasca per essere relegato in uno studio fotografico, ma piuttosto per diventare un fido compagno di reportage. Rassicuriamo infine i nostalgici: oltre al nome, questa fotocamera conserva la piena compatibilità con le ottiche della vecchia serie 645.
D'accordo, saremo lontani dai portenti delle Hasselblad H4D, in grado di spingersi fino a 60 megapixel, ma siamo anche decisamente lontani dai prezzi proibitivi di queste ultime, che arrivano a costare fino a 30.000€: la Pentax 645D può essere vostra alla "modica" cifra di circa 7.000€. Certamente Ghirri non ci avrebbe pensato due volte!