Google è ormai molto più di un semplice motore di ricerca, e il suo servizio di Universal Search è un passaggio obbligato per l'80% di chi ricerca informazioni utili, almeno in Europa.
E soldi, tanti soldi.
E' per questo motivo che la Commissione Europea, alla quale competono le funzioni di Antitrust del vecchio continente, ha avviato un'indagine al fine di chiarire quali siano i meccanismi di indicizzazione dei siti concorrenti di Google all'interno dello stesso motore di ricerca. "Per ora - specifica la Commissione - non ci sono prove di violazione delle leggi antitrust per il libero mercato, ma l'indagine è una delle nostre priorità e sarà molto approfondita."
A sollecitare gli "arbitri" hanno pensato alcuni concorrenti diretti di Google, come il motore di ricerca tedesco Ciao - che ha Microsoft fra i propri investitori -, il servizio di comparazione prezzi Foundem ed Ejustice.fr, motore di ricerca francese specializzato in materia legale.
Dal canto suo, Google si difende accusando Foundem di avere il 79% di materiale duplicato sul suo sito internet, e sostenendo che il compito di un motore di ricerca non sia quello di indicizzarne altri, bensì di portare direttamente le informazioni all'utente. Per fare un esempio, Google sostiene che chi cerca un albergo a Milano non voglia ritrovarsi su un sito di comparazione prezzi, ma direttamente sul sito dell'albergo.
Un'opinione contestabile, tenendo conto che Google stessa fornisce servizi di questo genere in tutto il mondo e che sta anche cercando di entrare nel mercato della pubblicità su scala locale.
Se l'indagine dovesse rivelare pratiche scorrette da parte di BigG, essa rischierebbe di dover pagare una multa salatissima, pari a circa il 10% del suo fatturato annuo: 2,4 miliardi di dollari sul dato del 2009. E con la Commissione non si scherza, come anche Microsoft sa molto bene grazie alle condanne passate...