Un team di ricercatori della Stanford University, Shanhui Fan, Aaswath Raman e Eden Rephaeli, ha annunciato di avere sviluppato un pannello solare refrigerante: si tratta di uno speciale specchio capace di riflettere un'elevata quantità di radiazione solare (circa 100 Watt/m.q. sui circa 200 che giungono al suolo) senza subire deformazioni a causa del calore, e quindi senza perdita di efficienza. In più, la radiazione è riflessa a una lunghezza d'onda tale da permetterle di fuggire nello spazio, sfuggendo all'effetto serra atmosferico. Le due caratteristiche sono state ottenute a partire da nano materiali fotonici già noti per la loro capacità di potenziare - oppure di sopprimere completamente - la riflessione della luce a particolari lunghezze d'onda.
Facendo da efficace sbarramento al calore solare, sul pannello refrigerante si creerebbe una differenza di potenziale termico da sfruttare per raffrescare superfici e flussi d'aria. Se arriverà a essere prodotto potremmo avere un notevole risparmio di energia nel raffrescamento estivo degli edifici e in analoghe situazioni industriali, ma soprattutto potremmo avere una buona arma per contenere i cambiamenti climatici cui va incontro il pianeta con il riscaldamento globale.
Nell'immagine qui sopra: la radiazione solare che attraversa la nostra atmosfera cambia lunghezza d'onda, col risultato che quella riflessa non può sfuggire e tornare nello spazio, dando così luogo all'effetto serra. I pannelli refrigeranti sarebbero capaci di riflettere la radiazione a una lunghezza d'onda tale da farle riattraversare l'atmosfera.
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