Nelle ultime ore si susseguono incessantemente gli aggiornamenti sulla battaglia legale fra Oracle e Google riguardo a un probabilissimo caso di copia di alcuni files sorgenti Java utilizzati nella fase di sviluppo di Android. Che il sistema operativo mobile di casa Google si ispiri tecnicamente a Java, e in particolare alla sua Virtual Machine, non è certo una novità. Ma oggi Oracle, nuova proprietaria di Sun Microsystems e quindi anche di Java, ha portato in tribunale ben 43 di questi files come prove concrete di plagio.
Chi ha letto i dettagli del caso è pronto però a giurare che questi files siano solo relativi alla fase di testing e non abbiano un ruolo di primaria importanza nel funzionamento di Android. Anzi, probabilmente non si troveranno mai all'interno di un dispositivo mobile in vendita nei negozi, o saranno già stati rimossi. Quel che importa a Oracle e Google però è che dal punto di vista della legge sul copyright statunitense non faccia alcuna differenza quale sia l'impiego del codice copiato, o sotto quale licenza venga redistribuito. Si tratta comunque di copia, e come tale viene punita severamente.
E qui sta il punto cruciale della vicenda: Oracle potrebbe addiritture pensare di richiedere in tribunale una royalty per ogni device Android venduto! Si tratta di una prospettiva complicata per Google, al quale potrebbe convenire accordarsi al più presto con Oracle prima di giungere a una - sicuramente lontana, ma economicamente pesante - sentenza.