Tutti, o quasi (per l’esattezza il 90% della popolazione del mondo occidentale), abbiamo creduto a Babbo Natale, salvo poi cominciare a dubitare, tra i 5 e i 10 anni, che fosse lui a portarci i regali. Secondo alcuni con dispiacere (è bello credere a storie così ricche di mistero e magia), secondo altri con sollievo: i bambini sono molto attenti e infastiditi dalle contraddizioni logiche e il mito di un vecchio elfo che vola con le renne è in palese contraddizione con le basi della cultura tecnologica moderna.
Tecnobabbo
Che si neghi o meno l’esistenza di Babbo Natale, a tutti rimane però un dubbio: come è possibile che nella sola notte di Natale siano consegnati miliardi di regali in tutto il mondo? Se fosse solo dovrebbe correre a circa 8 milioni di km/h (è la stima di un fisico matematico). Impossibile. Vediamo che alternative ci sono.
Proviamo a immaginare come potrebbe farlo. Il tutto è opera di una grande multinazionale semi-segreta, la Santa Klaus Corporation, fondata da Babbo Natale in persona negli anni ’60, che ha oggi un budget operativo annuale di 180 miliardi di dollari, in pratica poco più del fatturato annuale di Apple.
Può darsi che la “SKC” abbia avuto in passato, come si mormorava, i suoi stabilimenti produttivi al Polo Nord, per motivi di riservatezza legati al tipo di lavorazione e alla “mission” della società. Oggi al Polo Nord è però rimasto solo il quartier generale.
Delocalizzazione
La produzione è stata delocalizzata in Cina, India, Russia e Brasile ed è programmata fin dal gennaio precedente. Al Polo sono rimasti centri amministrativi e informatici. Per risparmiare spazio Babbo Natale usa server multipli, che richiedono molta energia per il raffreddamento. Ma al Polo il freddo è gratis…
In febbraio inizia la produzione e si fanno le prime spedizioni.
Diritti televisivi
Entro febbraio vengono anche rinnovati tutti i contratti di cessione dei diritti per l’immagine di Babbo Natale, renne, elfi, alberi e sito Internet (www.santa.com) con Hollywood, le grandi agenzie pubblicitarie e le televisioni di tutto il mondo. È da questi contratti che, fino a oggi, la Babbo Natale Inc. ha tratto buona parte dei suoi ricavi. Il rimanente 50% dei profitti negli ultimi anni era venuto anche da investimenti miliardari in fondi speculativi (“hedge fund”) con una redditività media miracolosa: del 20%. Quest’anno però gli “hedge fund” sono andati in perdita e la società, per rispettare il budget, ha dovuto tagliare molti costi.
A novembre, in un regali-warning (un allarme rivolto a tutti i clienti), Babbo Natale ha annunciato che nei doni che richiedono batterie queste non saranno incluse. Che le istruzioni saranno in una sola lingua (il cinese). E che saranno ridotte le nevicate nelle zone temperate europee e americane.
Algoritmo segreto
Questo proprio quando era stato appena completato il nuovo sistema satellitare di sorveglianza sul comportamento dei bambini che affianca quello tradizionale effettuato dai Babbi-spia dislocati nei centri commerciali di tutto il mondo. Grazie a un algoritmo in confronto al quale quello (altrettanto segreto) di Google appare primitivo, la multinazionale del Natale è così in grado di valutare il comportamento di tutti i bambini negli ultimi giorni prima della notte del 25 dicembre e di aggiornare la distribuzione fino all’ultima ora. 80 grandi navi sono usate per portare 66.250 container di giocattoli in ogni parte del globo. Qui vengono inizialmente stoccati in enormi depositi segreti.
La carica dei Tir
Negli ultimi giorni prima del 25 dicembre migliaia di Tir e treni carichi di regali partono dai magazzini e raggiungono le città e i paesi dove dovranno essere consegnati. In località difficili da raggiungere o per emergenze è pronta ad entrare in attività una speciale squadra paracadutata.
Satelliti spia-bambini
Da quest’anno è entrato in funzione un nuovo sistema di controllo satellitare in grado di individuare e valutare comportamenti capricciosi o atti di bullismo.
24 dicembre: l’invasione rossa
La sera del 24 dicembre scatta la fase più delicata dell’operazione. Un’ora prima di mezzanotte le 640 mila unità speciali territoriali ricevono sui loro palmari la lista aggiornata dei bambini buoni e cattivi della zona.
Ogni unità coordina 15 squadre di 2 specialisti in divisa rossa e cappuccio, addestrati all’ingresso tramite camini e canne fumarie (secondo indiscrezioni vengono assunti, con contratti a termine, anche ex scassinatori pentiti) e dotati di lenti per la visione notturna.
Ogni squadra ha 5 minuti per consegna. Mentre uno dei 2 membri scannerizza i pacchi già presenti sotto l’albero con un dispositivo a radio per evitare di lasciare doppioni, l’altro deposita il regalo. Incontri. Se scoperti durante la consegna, gli “invasori” hanno l’ordine di reagire usando sostanze lievemente allucinogene.
Il mattino dopo la persona così trattata si sveglierà convinta di “avere fatto un sogno”.