Innovazione

Cinema da toccare: arriva il 3D olografico

Nel giro di qualche anno il 3D potrebbe essere olografico e realizzato con speciali sistemi di proiezione in grado di creare immagini a tutto tondo. I primi esperimenti sono incoraggianti. (Focus.it, 11 aprile 2011)

Basta occhialini super tecnologi e altri costosi aggeggi: l’ultima frontiera del 3D è l’ologramma a colori, una proiezione a tutto tondo così realistica che sembra quasi... da toccare.
In realtà prima di poter vedere un film o una partita di calcio olografica passeranno ancora un pò di anni, ma un team di ricercatori giapponesi è sulla buona strada: Satoshi Kawata e i suoi colleghi dell’ Università di Osaka sono infatti riusciti a sviluppare un rivoluzionario sistema per la a proiezione di immagini di questo tipo che al posto del laser, comunemente impiegato negli studi sull’olografia, utilizza la luce convenzionale.
Questa scoperta permetterà la realizzazione di schermi in minatura per cellulari, televisioni e videogame portatili in grado di offrire un’esperienza 3D assolutamente nuova rispetto a quelle che conosciamo oggi.

Raggi laser, specchi ed effetti speciali
Le immagini tridimensionali non sono una novità assoluta: i primi ologrammi risalgono addirittura agli anni ‘60. Venivano ottenuti sparando un raggio laser contro un oggetto e registrando su una pellicola fotografica le interferenze tra le onde riflesse dall’oggetto e quelle provenienti direttamente dal laser.
Proiettando sulla lastra una raggio laser della medesima lunghezza era possibile visualizzare l’immagine tridimensionale, ma monocromatica, dell’oggetto stesso.
Diversa è invece la tecnologia utilizzata per realizzare gli ologrammi arcobaleno presenti, per esempio, sulle carte di credito: sono formati da una pellicola argentata sulla quale sono sovrapposti diversi film trasparenti. Su ognuno di questi livelli è impressa un’immagine dell’oggetto visto da una diversa prospettiva e in uno specifico colore. Quando l’ologramma è investito da luce bianca, a seconda dell’angolo di incidenza viene illuminato un determinato livello: l’effetto finale, che si ottiene muovendo l’ologramma sotto la luce, è quello di un oggetto 3D che ruota. Ma anche in questo caso l’immagine ottenuta non è a colori.

Ologramma in tecnicolor
Satoshi Kawata e colleghi sono riusciti invece a realizzare il primo ologramma tridimensionale a colori. Gli scienziati nipponici hanno utilizzato la tecnica degli schemi di interferenza, ma per illuminare l’oggetto hanno utilizzato tre diversi laser: uno rosso, uno verde e uno blu. Hanno registrato l’immagine olografica su una lastra fotosensibile alla quale hanno aggiunto uno strato di oro, un materiale che contiene molti elettroni liberi e facilmente eccitabili dalla luce.
Per visualizzare il loro ologramma hanno infine illuminato la lastra con una luce bianca convenzionale che contiene tutte le lunghezze d’onda, comprese quelle del rosso, del verde e del blu. La luce, eccitando gli elettroni liberi, provoca oscillazioni chiamate plasmoni di superficie, che rigenerano le immagini a tutto colore.
Nei loro test i ricercatori giapponesi sono riuscuti a ricreare le immagini 3D di una mela, di alcuni insetti e di un fiore. Per ora si tratta però solo di immagini statiche: nessuna proeizione 3D alla star Trek quindi, almeno per ora.
«Si tratta comunque di un risultato scientifico importante», afferma il fisico Pierre-Alexandre Blanche dell’Univeristà dell’Arizona, a Tucson, ma restano da risolvere un paio di problemi.
Il primo riguarda i costi: per sfruttare la scoperta dal punto di vista commerciale occorre trovare un sistema di ripresa un po’ più semplice.
E poi le dimensioni: al momento gli scienziati giapponesi sono riusciti a creare ologrammi grandi come una carta di credito.

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11 aprile 2011
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