Innovazione

Per il net-zero servono ingenti quantità di metalli

Per raggiungere la neutralità carbonica, obiettivo del green deal europeo, avremo bisogno ogni anno di milioni di tonnellate in più - rispetto alle attuali necessità - di alcuni metalli.

Per raggiungere l'obiettivo di neutralità carbonica (net-zero) posto dal Green Deal europeo avremo bisogno di maggiori quantità di metalli rispetto alle attuali necessità: lo afferma un lavoro di analisi condotto dall'Università KU Leuven (Belgio) - una revisione di studi e di dati di produzione dell'industria metallurgica europea - che evidenzia che per riuscire a compiere la cosiddetta transizione energetica dovremo usare ogni anno il 3.500% in più di litio, tra il 700% e il 2.600% in più di metalli del gruppo delle terre rare (neodimio, disprosio e praseodimio), il 330% in più di cobalto, il 100% in più di nichel, il 45% in più di silicio, il 35% in più di rame e il 30% in più di alluminio.

Dove troveremo tutte queste risorse, e a che cosa ci serviranno? I metalli citati sono essenziali per produrre le batterie, i veicoli elettrici e le tecnologie di energia rinnovabile (solare, a idrogeno ed eolica). Nel breve periodo dovremo continuare a estrarli, con pesanti conseguenze per l'ambiente e per chi lavora nelle miniere.

Entro il 2050 l’Europa avrà bisogno annualmente di 4,5 milioni di tonnellate di alluminio, 1,5 milioni di tonnellate di rame, 800.000 tonnellate di litio, 400.000 tonnellate di nichel, 300.000 tonnellate di zinco, 200.000 tonnellate di silicio, 60.000 tonnellate di cobalto e 3.000 tonnellate di neodimio, disprosio e praseodimio.
Entro il 2050 l’Europa avrà bisogno annualmente di 4,5 milioni di tonnellate di alluminio, 1,5 milioni di tonnellate di rame, 800.000 tonnellate di litio, 400.000 tonnellate di nichel, 300.000 tonnellate di zinco, 200.000 tonnellate di silicio, 60.000 tonnellate di cobalto e 3.000 tonnellate di neodimio, disprosio e praseodimio. © Ioanac | Shutterstock

«L'Europa deve decidere con urgenza in quale modo colmerà le carenze di fornitura per i metalli principali», sottolinea Liesbet Gregoir, coordinatrice dello studio: «Senza una strategia decisiva, rischia di dipendere ancora da fornitori non sostenibili.» Si stima infatti che nel prossimo decennio continueremo a dipendere da miniere e raffinerie cinesi e indonesiane, che funzionano a carbone, e dalla Russia per alluminio, nichel e rame.

Il recupero dei metalli permette di risparmiare, in media, tra il 35 e il 95% delle emissioni di CO2 rispetto alla produzione.
Il recupero dei metalli permette di risparmiare, in media, tra il 35 e il 95% delle emissioni di CO2 rispetto alla produzione. © Andrey_Popov | Statista

Recupero e riciclo. Secondo i ricercatori, attorno al 2030 l'Europa potrebbe trovarsi ad affrontare dei problemi di fornitura globale in particolare per litio, cobalto, nichel, terre rare e rame; tuttavia, entro il 2050 potremmo riuscire a recuperare dal 40 al 75% dei metalli di cui avremo bisogno per produrre energia pulita. Questo ora non è ancora possibile, perché non abbiamo ancora risorse sufficienti da recuperare: «Il recupero non sarà una soluzione fino a dopo il 2040», spiega lo studio: «questi prodotti stanno entrando ora nel mercato, e non potranno essere riciclati prima dei prossimi 10-15 anni». Gli esperti stimano però che, nel lungo periodo, i metalli recuperati localmente in Europa copriranno la produzione di tre quarti dei catodi di batterie di nuova generazione, dell'intera produzione di magneti permanenti e di buona parte della richiesta di alluminio e rame.

4 maggio 2022 Chiara Guzzonato
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