Tessuti, creme per la pelle, saponi antibatterici e bevande: prima ancora di capire che cosa siano e quali effetti possono avere sulla salute e sull'ambiente, i nanomateriali si sono "infiltrati" in centinaia di prodotti. Alcuni assolutamente insospettabili. (Davide Sher, 22 ottobre 2009)
Il vantaggio dei nanomateriali è che possono essere progettati a tavolino per rispondere a esigenze particolari e facili da capire. Un esempio è il telaio ciclistico della Bianchi 928 Carbon/SL Record: interamente in carbonio, pesa - anche grazie all'uso di nanomateriali - appena 950 grammi, pur garantendo resistenza e rigidità superiori a qualunque altro oggetto del genere. Costa parecchio... 2.000 euro solo il telaio, mentre per la bici intera (6 kg) servono 9.000 euro. Un esempio ancora più sorprendente, viste le dimensioni, è l'Hummer H2 SUT: il più imponente e costoso tra i SUV usa nanoparticelle di carbonio per aumentare la resistenza della carrozzeria.
IL PICCOLO TI FA BELLA? Un altro campo di applicazione è nella cosmesi: la simbiosi con i nanomateriali permetterebbe al "principio attivo" di penetrare attraverso la pelle senza disperdersi e di arrivare fin dove deve arrivare, incapsulato in un "nano-veicolo" talmente piccolo che i pori della pelle sono, a confronto, enormi vallate. I cosmetici che vantano nanotecnologie di vario genere sono diffusi soprattutto negli Usa e in Cina. In questo caso è difficile tracciare una mappa merceologica perché i nomi commerciali cambiano per seguire mode e tendenze, ma è possibile che abbiate sentito parole come "nano-encapsulated tri-ceramides" (Hydra Zen di Lançome), "nanosomes" (Revitalift Double Lifting di L'Oreal), "nanosfere" (Hair+Power di Alfaparf).
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CONSEGUENZE PER LA SALUTE
IL REGNO DELL'INCERTEZZA