Innovazione

Nanomotori che non si vedono

Non arriverà mai sulle strade, ma una macchina più piccola del nostro Dna è stata realizzata per dimostrare le meraviglie delle tecniche di costruzione a scala nanometrica.

Nanomotori che non si vedono
Non arriverà mai sulle strade, ma una macchina più piccola del nostro Dna è stata realizzata per dimostrare le meraviglie delle tecniche di costruzione a scala nanometrica.

Altro che 'macchinine'. Una rappresentazione della nanomacchina. Sulla punta di un capello se ne possono 'posteggiare' comodamente 20 mila.
Altro che "macchinine". Una rappresentazione della nanomacchina. Sulla punta di un capello se ne possono "posteggiare" comodamente 20 mila.

A guardarla bene, ammesso di riuscire a vederla, sembra il prototipo di un fuoristrada del futuro: in realtà, l'automobile messa a punto da Jim Tour e dai suoi colleghi della Rice University di Huston (Texas), non potrà mai affrontare né le sabbie del deserto né gli sconnessi sentieri di montagna, perché, nonostante il look aggressivo e imponente, è lunga solo 4 nanometri.
Piccola ma ricca di optional. La microscopica vettura, formata da un telaio e da 4 ruote ma così piccola da poter essere parcheggiata sulla punta di un capello, è stata realizzata alla fine del 2005 assemblando tra loro delle molecole organiche opportunamente costruite. Il veicolo, pur essendo privo di motore, si poteva muovere su una superficie ricoperta d'oro, grazie all'applicazione di un campo magnetico, che permetteva di attrarre il nanometrico mezzo nella direzione voluta.
I ricercatori texani hanno però recentemente messo a punto un motore molecolare alimentato dalla luce, che consente alla vettura di muoversi in completa autonomia. E' composto da una coppia di molecole di carbonio unite tra loro che, se illuminate da un fascio luminoso di una specifica lunghezza d'onda, iniziano a ruotare in una ben precisa direzione: si tratta in pratica di una quinta ruota che, girando, provoca lo spostamento di tutto il veicolo.
Perfetta… in teoria! Al momento i ricercatori sono riusciti a dimostrare il funzionamento del nanomotore solo osservando, grazie a una risonanza magnetica nucleare, il movimento degli ioni di idrogeno intrappolati al suo interno. Tour e i suoi colleghi stanno ora cercando di mettere a punto un sistema per fotografare il loro prototipo in movimento: i normali microscopi a scansione non possono infatti essere utilizzati, perché per lavorare correttamente hanno bisogno di una base metallica che comprometterebbe il funzionamento del motore molecolare.
Obiettivo finale della ricerca è quello di realizzare dei nanocamion in grado di trasportare i materiali molecolari necessari alla realizzazione di vari tipi di nanostrutture.

(Notizia aggiornata al 18 aprile 2006)

18 aprile 2006
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