Innovazione

Nanomateriali: la spugna che potabilizza l'acqua

Un polimero sintetico sviluppato a Singapore potrebbe risolvere il problema della potabilizzazione delle acque per le popolazioni colpite da catastrofi o grandi siccità.

Disastri naturali, campi di battaglia, siccità: sono tante le situazioni di emergenza in cui avere a disposizione acqua potabile può fare la differenza tra la vita e la morte. E le tecnologie di potabilizzazione esistenti, meccaniche, chimiche o biochimiche, non sempre sono utilizzabili, o perché troppo costose, o troppo lente, o perché, per funzionare, hanno bisogno di corrente elettrica che sui luoghi dei distastri spesso non è disponibile.

Dopo aver visto con i propri occhi le difficoltà incontrate dalla popolazione indonesiana a reperire acqua potabile dopo lo tsunami del 2004, un team di scienziati americani e di Singapore si è messo al lavoro e dopo quasi 10 anni di studi e ricerche ha sviluppato una soluzione efficace e a basso costo.

Spugna d’argento
. Siew-Leng Loo e i suoi colleghi hanno realizzato un polimero poroso dalla consistenza simile a una spugna, nella cui struttura hanno incapsulato nanoparticelle di argento, un materiale noto per la sua capacità di eliminare i batteri. Una volta immerso nell’acqua, il gel la assorbe e la mette in contatto con l’argento che, in soli 15 secondi, provvede all’eliminazione delle impurità. Basta quindi spremere la spugna per ottenere acqua perfettamente potabile. Nei test gli scienziati hanno utilizzato acqua contaminata con Escherichia coli e Bacillus subtilis, due batteri particolarmente nocivi che nelle situazioni di emergenza si possono diffondere rapidamente proprio attraverso l’acqua. Il gel è riuscito a eliminarne più del 99,9% già dopo pochi secondi.

La salvezza arriva dal cielo. Il gel è, oltretutto, molto comodo da trasportare perché è efficace già in piccole quantità: una spugna da 4 grammi può potabilizzare circa mezzo litro di acqua e può essere riutilizzata una ventina di volte. Ciò significa che potrebbe essere lanciata, senza problemi logistici, alle popolazioni colpite dalle calamità direttamente dagli aerei dei soccorritori. Questo nuovo materiale è inoltre decisamente economico: prodotto in grandi quantità non dovrebbe costare più 50 centesimi di euro al pezzo.


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