Stando alla notizia che gira online, in futuro ci sarà un nuovo strumento, oltre alla classica macchina della verità: lo scanner per il cervello, forse diventerà una prova attendibile nei tribunali americani...
“Un avvocato di Brooklyn vuole introdurre la risonanza magnetica come prova in aula...”
Prima volta – La richiesta arriva da un avvocato, che difende una dipendente americana in una classica diatriba legale statunitense: molestie sessuali sul posto di lavoro. Il difensore ha chiesto alla Corte di poter confermare le affermazioni della sua assistita con uno speciale scanner cerbrale, in grado di identificare le bugie.
Come funziona – In pratica questo scanner fMRI analizza, attraverso una risonanza magnetica, le aree del cervello (soprattutto quelle dove risiedono le facoltà creative) che si attivano quando una persona mente e dice bugie. Questo perché, quando s'inventa di sana pianta, si utilizza una specifica sezione della corteccia cerebrale.
Senza precedenti – Si tratta della prima volta che a un tribunale Usa arriva una richiesta così bizzarra e, per come funziona il sistema di diritto Usa, dove un precedente legale può diventare una fonte a cui appellarsi, potrebbe dettare il futuro delle prove e delle testimonianze in molti processi. In realtà un caso antecedente esiste: durante un processo in California, sempre per molestie e abusi, furono presentate delle scansioni a supporto della veridicità delle affermazioni, ma i risultati cerebrali non furono ammessi come prova legale. Il 5 maggio la Corte di Brooklyn deciderà in merito all’uso dello scanner e, quindi, al futuro delle testimonianze nelle aule giudiziarie degli Stati Uniti.