Prendere tutta la plastica che galleggia nell’Oceano Pacifico e farne un’isola grande come tutte le Hawaii. E’ la “pazza idea” che ha avuto un gruppo di architetti olandesi per creare un rifugio destinato ai “profughi climatici” costretti a lasciare le loro terre d’origine a causa dei cambiamenti del clima. L’isola, una volta costruita, sarà totalmente autosufficiente, producendo cibo ed energia per tutti gli abitanti, dando vita così al più grande esempio di riciclaggio mai visto al mondo.
Il gruppo dei WhimArchitects propone quindi di costruire un’“Isola riciclata” fatta con blocchi di plastica, grande circa 10mila chilometri quadrati, che sarà situata da qualche parte tra San Francisco e le Hawaii, pronta per raccogliere, ad esempio, gli abitanti delle Maldive, isole che rischiano di essere inghiottite dal mare con l'innalzamento del livello delle acque.
Anche le case, i luoghi di divertimento, i negozi e gli edifici pubblici saranno costruiti con plastica riciclata. Il resto dell’isola sarà invece disponibile per la produzione di vegetali, mentre si utilizzerà il mare per coltivare le alghe. Queste ultime saranno poi usate per produrre cibo, bio carburanti, fertilizzanti, medicine e per assorbire la CO2. I rifiuti saranno riutilizzati come concime, mentre l’energia sarà prodotta da fonti rinnovabili come solare ed eolico. Insomma, un progetto che ricorda l’Utopia di Tommaso Moro, solo tutta di plastica ed ecocompatibile, come richiede il ventunesimo secolo.
Visti il ritorno al nucleare, il dissesto idrogeologico, le frane e lo smog delle città italiane, forse non saranno solo i profughi delle Maldive a volersi trasferire.