Innovazione

L'incubatrice low cost per neonati prematuri

Si chiama MOM ed è stata sviluppata da un designer inglese di soli 23 anni. È pieghevole, gonfiabile, e costa il 90% in meno di quelle normali. Potrebbe salvare migliaia di vite, nei luoghi dove si muore ancora per nascita pretermine.

Il suo nome ricorda il termine inglese per mamma, ed è proprio per le neomamme, e per i loro figli, che è stata pensata MOM. L'incubatrice gonfiabile, economica e facilmente trasportabile, ideata per i neonati prematuri dei paesi più disagiati del mondo, si è aggiudicata il primo premio nel James Dyson Award, l'annuale concorso di design industriale a scopo sociale.

Un giovane talento. James Roberts, il 23enne brittanico autore del progetto, ha avuto l'idea mentre guardava un documentario della BBC sui rifugiati siriani. Ogni anno nei campi profughi nascono 150 mila bambini: tra questi, 27.500 muoiono perché prematuri. James, laureando in design industriale alla Loughborough University, ha venduto la propria auto e investito il ricavato per finanziare il suo prototipo.

culla termica. Il cuore del dispositivo è costituito da pannelli di plastica gonfiabile che avvolgono il bambino e lo tengono al caldo. Un insieme di sensori comandati da una scheda Arduino regola temperatura, umidità e luce, creando le condizioni ottimali per il bambino.

Un'unità pieghevole di fototerapia può essere integrata per curare i bambini che soffrono di itterizia. In caso di interruzione di corrente, la batterie supplementari dell'incubatrice garantiscono il suo funzionamento per altre 24 ore.

Abbattimento dei costi. James ha ricevuto un premio di 30 mila sterline (38 mila euro) per finanziare i prototipi di MOM, che spera di rendere disponibili sul mercato per il 2017. Produrre MOM costa poco: per una incubatrice tradizionale ci vogliono circa 40 mila euro, mentre MOM si dovrebbe poter mettere in funzione con soli 320 euro, meno di un decimo del prezzo di mercato.

Nel frattempo si cercano sponsor: per l'Organizzazione Mondiale della Sanità il 75% delle morti neonatali è dovuto alla mancanza di incubatrici. Vale per i campi profughi, ma anche per i paesi in via di sviluppo carenti di strutture ospedaliere o per le zone colpite da calamità naturali.

7 novembre 2014 Elisabetta Intini
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