Quando nel lontano 2005 acquisì la sezione PC di IBM, nessuno o quasi aveva mai sentito parlare del marchio cinese Lenovo, ma, considerate le premesse e la crescita esponenziale di quell’economia, gli esperti concordarono nel pronosticargli un futuro a dir poco roseo. Da allora di tempo ne è passato parecchio ed il panorama tecnologico mondiale è cambiato radicalmente: ora è Apple a dettar legge, mentre la concorrenza si limita ad inseguire ed il campo di battaglia si è spostato da desktop e notebook a tablet PC e smartphone. In una recente intervista rilasciata a Bloomberg, Liu Chuanzhi, co-fondatore di Lenovo, ha affermato che chi non avrà il coraggio di misurarsi con questa nuova sfida hi-tech rischierà letteralmente di scomparire dal mercato e, così, adesso il marchio cinese concentrerà al massimo i propri sforzi nello sviluppo di due nuovi prodotti: il LePad ed il LePhone. Di quest’ultimo si sa ancora poco, anche se le caratteristiche finora trapelate fanno pensare all’ennesimo googlefonino low cost, mentre per quanto riguarda il primo di misterioso ormai non c’è più nulla, perché è stato presentato durante l’ultimo CES: avrà un display da 10’’, monterà l’ultima versione di Android e verrà venduto insieme ad uno speciale dock con tastiera integrata, che lo trasformerà al bisogno in un vero e proprio netbook e gli consentirà d’avviarsi in dual boot con Windows 7. La posizione dominante di Apple sembra, inoltre, non preoccupare particolarmente i dirigenti Lenovo, perché, come hanno già dimostrato marchi del calibro di Huawei e ZTE, non è affatto impossibile ritagliarsi importanti spazi all’interno del panorama cinese quando si conosce a dovere quel mercato; d’altra parte, stiamo parlando della nazione più popolosa al mondo ed i margini per un’ulteriore crescita sembrano esserci tutti. Al massimo, i primi problemi sorgeranno quando Lenovo cercherà di sbarcare in Europa e Stati Uniti, dove un certo scetticismo verso i prodotti cinesi ed i postumi di una grave crisi economica, uniti alle esigenze in termini di design ed innovazione, potrebbero rivelarsi nemici alquanto ostici da sconfiggere. E forse, dopo tutto, IBM ci aveva visto lungo, lasciando perdere i PC e le mode per dedicarsi ad un nuovo core business, ovvero i servizi per professionisti ed aziende.