Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità 1.200.000 persone perdono la vita ogni anno in incidenti sulle strade di tutto il mondo e altri 50.000.000 rimangono feriti. É come se poco meno dell’intera popolazione italiana si trasferisse in ospedale, oltretutto con costi non indifferenti per la comunità (30 miliardi di euro l’anno solo in Italia, circa 500 euro a testa).
E non è quasi mai colpa della sfortuna: nella maggior parte dei casi la responsabilità di un incidente è di chi guida. Ma è possibile contenere le dimensioni di questo drammatico fenomeno? Sì, con un po’ di tecnologia, che sopperisca alle distrazioni o agli errori dei conducenti, ma soprattutto adottando i giusti comportamenti al volante. Perchè "andare piano" e "guidare bene" da soli non bastano a garantire la sicurezza nostra e altrui.
E proprio noi italiani, che in un’indagine condotta nel 2009 dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ci siamo auto-giudicati degli ottimi guidatori, in realtà, quando saliamo in macchina, portiamo con noi un ricco bagaglio di luoghi comuni e mancate conoscenze della fisica e della dinamica che possono sfociare in incidenti con conseguenze drammatiche.
Distrazioni, velocità eccessiva, mancata precedenza, comportamenti scorretti dei conducenti: sono queste le principali cause di incidente rilevate dal rapporto ISTAT 2008 sulla sicurezza stradale. Niente sfortuna, niente casualità: il 93% degli incidenti è imputabile a una diretta responsabilità di chi guida. Il rimanente 7% è imputabile all’alterazione delle capacità psico-fisiche del conducente per droga o alcool o a mancanze nella manutenzione del veicolo. Solo un modesto zero virgola può essere attribuito a guasti del veicolo, cause accidentali e scarogne varie.