Sì e lo confermano anche le statistiche: da quando Ayrton Senna perse la vita sul circuito di Imola, il 1 maggio 1994, in Formula 1 non si sono più avuti incidenti mortali.
Merito del continuo miglioramento della resistenza delle monoposto e della messa in sicurezza dei circuiti, con l’allargamento delle vie di fuga e l’eliminazione di molti muretti.
Per esempio, il 10 giugno 2007, Robert Kubica rimediò solo un leggero trauma cranico per un incidente che pochi anni prima gli sarebbe costato la vita: merito della cellula di sopravvivenza della vettura, che ai lati ha pannelli antiintrusione e strutture deformabili.
Ogni telaio deve infatti superare un crash test nei laboratori della Federazione internazionale dell’Automobile (Fia). Inoltre, dal 2003, i piloti indossano il collare “Hans”: evita che la testa sbatta contro il volante in caso di incidente e attenua la violenza del colpo di frusta.