Talvolta la tentazione è troppo forte: ci sono ristoranti che mettono al centro dei loro tavoli posaceneri davvero elegantissimi ed alberghi che forniscono in camera biancheria d’altissima qualità e, così, a chi non è mai venuto in mente, almeno per un istante, di portarsi a casa qualche cimelio? Altre volte, poi, vogliamo conservare un oggetto che ci ricordi una vacanza indimenticabile, o quantomeno questo è ciò che ci rispondiamo quando la coscienza ci rimorde per aver nascosto in valigia la trousse da bagno dell’hotel. Credete che questi innocui furtarelli passino inosservati? A conti fatti, nell’arco di un anno, tra un pettine che scompare qua ed un accappatoio là, le perdite si fanno consistenti e gli albergatori non possono certo rallegrarsene: per questo, ora hanno deciso di passare al contrattacco.
Un’azienda americana, leader nel settore delle forniture di biancheria per strutture turistiche, ha brevettato uno speciale transponderRFID talmente piccolo da poter esser inserito nella trama stessa dei tessuti utilizzati per fabbricare lenzuola ed asciugamani: in questo modo, quando il soggiornante cerca di lasciare la camera con uno di questi oggetti, viene prontamente allertato il personale, che può intercettare il malfattore e reimpossessarsi del maltolto prima che sia troppo tardi. L’idea di fondo non è particolarmente innovativa, perché ricorda molto da vicino i sistemi antitaccheggio adottati nei negozi di tutto il mondo ormai da parecchi anni; però, proprio come questi, promette di essere molto efficace, soprattutto in termini di prevenzione. Inoltre, il trasmettitore è resistente all’acqua ed all’usura, così il prodotto che lo integra può essere considerato “sicuro” per oltre 300 lavaggi.
Al momento, la prima struttura ricettiva che ha adottato questo sistema di sicurezza si trova alle isole Hawaii, più precisamente ad Honolulu, ma in breve tempo a questa se ne aggiungeranno altre due, rispettivamente a Manhattan ed a Miami. Se siete curiosi di sapere i nomi di questi alberghi, rimarrete delusi di sapere che tutti e tre hanno scelto l’anonimato, per estendere l’effetto deterrente della tecnologia a tutti gli altri presenti in quelle città: così, nessuno potrà mai essere certo della presenza o meno del microchip nella biancheria che sta utilizzando ed al tempo stesso nessuno vorrà correre il rischio d’essere umiliato pubblicamente dal receptionist per un banale panno di spugna. Per quanto riguarda, invece, posate e stoviglie in genere, potete continuare indisturbati la vostra collezione, se la coscienza ve lo permette.(ga)