Innovazione

Lala chiude i battenti: Apple ha in serbo un nuovo servizio di streaming musicale?

Scopriamo i motivi di questa scelta.

Qualcosa di strano sta accadendo all'orizzonte. Meno di un anno fa Apple ha infatti acquistato Lala, celebre portale di streaming musicale. Oggi Lala annuncia in home page che il 31 Maggio il servizio smetterà di funzionare, e che non accetterà più nuovi iscritti. Per capire cosa c'è dietro a questa chiusura lampo facciamo un passo indietro e spieghiamo cos'è Lala: si tratta di un servizio sul quale gli utenti potevano caricare le loro playlists musicali ed i loro brani, per potervi così accedere da qualsiasi postazione, senza bisogno che il files multimediali risiedessero fisicamente sull'hard disk. Inoltre gli utenti potevano acquistare brani al modico prezzo di 10 centesimi di dollari per poterli aggiungere alla loro libreria ed ascoltarli senza alcun limite (ma non scaricarli sul proprio pc).

Veniamo adesso ad Apple. Perché interessarsi ad un simile servizio? Pensiamo ad iTunes, al momento il più grande store multimediale online, sul quale è possibile acquistare e scaricare una miriade di brani musicali. Lala avrebbe potuto rappresentare un pericoloso concorrente. Ma allarghiamo le nostre vedute, ed iniziamo a pensare all'iPad ed all'iPhone: dispositivi fantastici dal punto di vista della multimedialità e della connettività ad Internet. Ovvero aggeggi potenzialmente in grado di affermare la fruizione dei brani musicali in streaming. Per questo l'utenza di Apple avrebbe potuto guardare con buon occhio a Lala. Da qui la decisione di farlo suo.

La notizia della chiusura del servizio apre oggi un nuovo scenario: e se Apple avesse in riserbo un nuovo servizio di streaming musicale, una sorta di iTunes basato sullo streaming? I dubbi in questa direzione sono molti, ed a questi si va ad aggiungere la strana coincidenza che il 7 Giugno - ad una sola settimana dalla chiusura definitiva di Lala - si terrà il WWDC, durante il quale Apple ha sempre presentato nuovi prodotti e servizi.

4 maggio 2010 Stefano Caneva
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