Giappone e Usa stanno avviando un progetto di informatizzazione delle strade che potrà anche far dialogare le auto tra loro...
Con le strade intelligenti potranno guidare "cani e porci"? Un conto è se alla guida c'è Fellow, un pastore tedesco che negli anni '30 a New York divenne un fenomeno: la sua intelligenza, parificata a quella di un bambino di 8 anni, gli permetteva di manovrare l'auto del suo padrone con discreta abilità. |
Tra qualche anno le strade potrebbero diventare “intelligenti”. Sono infatti allo studio una serie di progetti che dovrebbero permettere alle auto, grazie a una serie di sensori, di interagire tra loro e con la rete stradale stessa.
Americani contro Giapponesi. Ancora una volta i supercolossi sono l'uno contro l'altro, impegnati in ricerche destinate a ridurre drasticamente gli incidenti stradali: si parla addirittura di un -50%.
Certo sui tempi sono gli Americani ad essere in vantaggio, almeno per ora. I piani governativi hanno fissato infatti per il 2011 l'avvio della costruzione delle prime strade intelligenti. Quel che è certo è che gli esperimenti e gli studi di laboratorio sono già partiti, sia negli USA che in Giappone.
Due i protagonisti nel Paese del Sol Levante: Honda e Nissan. I colossi dell'auto stanno lavorando però su due fronti diversi. Se Honda si sta muovendo sulle tecnologie di interconnessione auto/strada sfruttando il computer di bordo per ricevere segnalazioni sulle condizioni dell'asfalto, Nissan ha pensato di far comunicare i veicoli direttamente tra loro. Quest'ultimo sistema prevede infatti l'interconnessione dei computer di bordo di ogni auto così da garantire un reciproco aggiornamento su incidenti e condizioni di traffico.
Sulla stessa scia anche l'americana Navteq sta sperimentando una metodologia che impiega mappe GPS (i normali navigatori satellitari) aggiornate in tempo reale grazie all'interconnessione con le altre vetture.
Auto come treni. Alla base di questi esperimenti c'è un concetto di “guida pilotata”, un po' come avviene sulle reti ferroviarie. I macchinisti infatti non guidano “a vista”, ma procedono seguendo indicazioni provenienti dalle centrali informatizzate che tengono sotto controllo l'intera rete.
Certo non mancano le paure: secondo alcuni l'eccesso di informazione porterebbe i guidatori ad affidarsi troppo alla tecnologia, col rischio di una falsa percezione di sicurezza che, in fin dei conti, potrebbe diventare pericolosa.
(Notizia aggiornata al 14 novembre 2005)