La Cina è ufficialmente partita alla conquista dello spazio. Tutto è andato secondo i piani, così ieri il modulo Tiangong-1 è regolarmente decollato dal deserto del Gobi, dopo un rinvio di oltre un mese dalla prima data prevista per il lancio. Che dietro a tutto ci fossero forti elementi propagandistici non avevamo dubbi e la prova sono le fotografie che ritraggono un raggiante presidente Hu Jintao nel centro di controllo di Pechino, insieme ad altri esponenti del Partito Comunista.
Ora l’attenzione si sposta sulla prossima missione che prevede l’invio in orbita della navicella Shenzhou-8 con il compito di agganciarsi al Tiangong-1 per poi "volare" insieme intorno alla terra per quasi due settimane. Nessuno dei due moduli ospiterà equipaggio umano, anche il modulo principale potrebbe tranquillamente ospitare a bordo fino a un massimo di tre astronauti. Se la l'aggancio tra le due moduli avrà successo, al termine della missione ognuno continuerà per la sua strada: la Shenzhou-8 tornerà sul nostro pianeta, mentre il “Palazzo Celeste” riprenderà a orbitare in attesa di un nuovo esperimento d’attracco.
Per dovere di cronaca, non si tratta del primo passo della Cina nello spazio, ma bensì del secondo. Già nel lontano 2003 il governo di Pechino era riuscito a inviare un uomo al di fuori dell’atmosfera terrestre e, se questi nuovi test dovessero dare esito positivo, potrà finalmente passare alla terza e ultima fase del suo programma spaziale. La Cina, infatti, è l’unica superpotenza mondiale a non aver mai preso parte allo sviluppo dell’ISS - la Stazione Spaziale Internazionale - non perché non credesse nel progetto, ma proprio perché contava d’inaugurare la sua stazione orbitante permanente entro il 2020.
Staremo a vedere chi avrà la meglio, anche perché, come per la celebre Muraglia, i nostri amici dagli occhi a mandorla hanno intenzione di fare le cose in grande e potrebbero compiere addirittura un ulteriore quarto passo, ossia aprire la prima miniera sulla Luna per sfruttare i giacimenti di elio-3 e diventare energeticamente autosufficienti. Un progetto forse un tantino ambizioso, che fa tornare alla memoria le parole di una nota giornalista italiana, che una volta scrisse: “la luna è un sogno per chi non ha sogni. E preferisco questa palla bianca e verde e azzurra e brulicante di bene di male di vita che chiamano terra”. (sp)