Auto a idrogeno: qualcuna c'è ma, costi a parte, nessuno le compra anche perché non c'è una rete di distribuzione per l'idrogeno, e nessuno apre distributori di idrogeno perché non ci sono in giro auto a idrogeno. È un po' come la storia dell'uovo e della gallina (chi è nato prima?).
Pare però che un ingegnere giapponese, capo progetto per la Toyota Mirai (auto a idrogeno), abbia trovato una soluzione semplice al problema della produzione dell'idrogeno, ossia al vero bandolo della matassa. Perché la questione è che sebbene l'idrogeno sia l'elemento più abbondante dell'Universo intero, a meno di non prenderlo direttamente da una stella, sulla Terra si trova solo in combinazione con altri elementi (come nell'H2O, meglio nota come "acqua", o nel CH4, il metano): "estrarlo" in quantità significative è sempre complesso e costoso, e spesso anche parecchio inquinante.
L'idea di Yoshikazu Tanaka è che si possa invece estrarre idrogeno in modo semplice ed economico, da una fonte rinnovabile: dagli escrementi, in particolare quelli umani, sfruttando l'abbondanza di materia prima nelle reti fognarie di città grandi e piccole.
L'idea. Il fatto in sé (estrarre gas dagli escrementi) non è originale, mentre lo è il metodo, col suo prodotto collaterale. Ecco in breve come potrebbe funzionare.
In genere, i fanghi che escono dagli impianti di depurazione delle cosiddette acque nere vengono dati in pasto - letteralmente - a microrganismi che spezzano i legami molecolari producendo gas: metano (60%) e anidride carbonica (40%). La CO2, filtrata per recuperare il metano, può essere arricchita di vapor d'acqua per produrre idrogeno e altra CO2: a questo punto l'anidride carbonica viene di nuovo filtrata, e quello che resta è idrogeno.
Attualmente l'impianto pilota di Fukuota produce circa 300 kg di idrogeno al giorno, sufficiente ad alimentare circa 60-65 automobili. Se l'intero residuo di anidride carbonica di quel solo impianto fosse trattato per produrre idrogeno con il "metodo Tanaka", se ne ricaverebbe abbastanza da alimentare 600 automobili al giorno. Non è abbastanza per immaginare una società dell'idrogeno, ma che cosa succederebbe se lo stesso processo fosse adottato negli impianti di trattamento delle acque di scarico di tutto il mondo?