Innovazione

La prima fotocamera senza obiettivo

Scatta senza aver l'obiettivo.

Molti oggetti sono ciò che sono per merito di determinate caratteristiche: ad esempio, una forchetta è tale se ha una serie di rebbi appuntiti, oppure un sacchetto diventa un guanto se ha lo spazio per infilarci cinque dita. Per semplicità, potremmo dire che anche una fotocamera si identifica univocamente con la presenza di un obiettivo, eppure un nuovo prodotto smentisce categoricamente questo teorema: si tratta di Buttons, la cosiddetta Blind Camera, una macchina "cieca" pensata per chi è stanco di studiare le inquadrature.

Non è altro che una scatola nera con un grande tasto rosso ed un display LCD a colori, che al suo interno cela uno smartphone Sony Ericsson, dotato di connessione Internet. Il suo funzionamento è a dir poco banale: nello stesso momento in cui viene premuto il pulsante di scatto, il cellulare accede a Flickr, il noto portale di photosharing, e scarica un’immagine a caso, che abbia quella stessa data e quella stessa ora; il bello è che non importa dove o da chi sia stata scattata. Ovviamente, sullo schermo l’anteprima del soggetto non compare istantaneamente, perché gli occorre qualche secondo per collegarsi in rete, scegliere la foto ed infine salvarla nella memoria interna. L’idea è del designer Sascha Pohflepp ed è davvero divertente, anche se ha due principali controindicazioni: in primis, non serve una vera e propria apparecchiatura per fare questo, basterebbe un’app da installare sullo smartphone; in secondo luogo, se tutti cominciassimo a “fotografare” così, alla fine ci ritroveremmo sempre con le stesse immagini, che passano da una macchina all’altra, e addio paesaggi indimenticabili.

Alla luce di tutto questo, il concetto di fotocamera va ridefinito, anzi ampliato: possiamo includere nella categoria qualsiasi oggetto che immortali una parte del mondo che ci circonda e che non dev’essere necessariamente vicina. Dal canto nostro siamo, però, più propensi ad escludere da ogni definizione la Blind Camera, per un semplice motivo: le fotografie rappresentano ricordi, ed allora come si può rammentare un luogo dove non siamo mai stati, oppure un istante che non abbiamo mai vissuto?

3 agosto 2011 Luca Busani
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