Il futuro delle auto senza conducente non è legato solo agli sviluppi della tecnologia, ma anche alla risoluzione di problemi etici che oggi vengono affrontati da chi si trova al volante, spesso inconsciamente e in poche frazioni di secondo.
Il dilemma del passante. L’esempio è noto: una vettura autonoma si trova improvvisamente senza freni e il sistema che la governa deve decidere se piombare sul marciapiede travolgendo la folla o schiantarsi contro un muro mettendo così a rischio la vita dei passeggeri. Che cosa farà? Qual è la scelta giusta?
Un team di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology ha deciso di studiare il problema affidando l’onere della scelta a noi, alle persone comuni che tra qualche anno potrebbero trovarsi a bordo di un’auto senza autista.
Scelte difficili. Il sondaggio è disponibile all’indirizzo http://moralmachine.mit.edu e propone ai partecipanti una serie di situazioni stradali piuttosto comuni, nelle quali però c’è sempre qualcuno che rischia la vita. La soluzione di ogni dilemma implica una scelta angosciante, perché bisogna decidere chi sacrificare.
Possono essere i passeggeri dell’auto oppure i pedoni, persone giovani o anziani, medici o bambini, persone in forma o sovrappeso, animali o malfattori che hanno appena rapinato una banca. Le risposte sono tutte valide: non ci sono posizioni giuste o sbagliate.
Alla fine del test una schermata riassuntiva ci mostrerà come ci posizioniamo rispetto alla media delle persone che hanno partecipato.
Ciò che emerge dai primi risultati del test è che le persone sono mediamente propense a sacrificare il minor numero di vite possibile: ciò significa che spesso, a rimetterci, sarebbero gli occupanti dell’auto.
Ma siamo sicuri che queste stesse persone sarebbero disposte ad acquistare una vettura che, in caso di necessità, decida di sacrificare i suoi passeggeri?