In alcune zone della Georgia i disabili non sono sempre ben visti, in Ohio, Pennsylvania e Virginia ci sono sacche più o meno profonde di omofobia, mentre la zona più orientale degli States cova ancora un diffuso risentimento contro la popolazione di colore. E' quanto emerge da Geography of Hate, un progetto sviluppato dai ricercatori della Humboldt State University che ha analizzato il contenuto e la provenienza di milioni di Tweet lanciati su Internet dagli utenti americani tra Giugno 2012 e Aprile 2013.
Ma cosa twitti? Grazie a un particolare algoritmo da loro stessi ideato, Amelia Egle, Matthew Eiben e Miles Ross hanno estrapolato dal fiume dei cinguettii alcune “parole dell'odio” utilizzate in lingua inglese o nello slang americano per riferirsi a omosessuali, diverasamente abili o afroamericani. I tweet identificati come potenzialmente interessanti ai fini dello studio sono stati poi controllati manualmente da alcuni operatori in carne ed ossa.
I tre giovani ricercatori hanno quindi riportato su una mappa le coordinate di provenienza dei messaggi e ne hanno ponderato la concentrazione geografica in base alla quantità complessiva di tweet inviati in quella regione.
Il risultato è una mappa interattiva che aggrega i dati a livello di contea, così da rendere impossibile risalire alle singole cittadine dove si sono registrati i maggiori picchi di odio o intolleranza.
Il progetto non è comunque il primo nel suo genere: già da qualche anno l'Università del Kentucky ha iniziato a costruire DOLLY (Digital OnLine Life and You) un grande databse di tweet geolocalizzati, che insieme ad algoritmi di analisi del contenuto di diverso tipo permette di scoprire i trend sociali o politici in atto nelle varie zone del mondo.
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