Ragni e libellule: saranno piccoli animali come questi - ma robotici - i protagonisti delle guerre del futuro. Programmati per andare in avanscoperta e scovare il nemico ovunque si nasconda, sono l'avanguardia di un esercito di automi ispirati alla natura. E che, dice chi fa i soldi con le armi, potranno forse salvare qualche vita al fronte. (27 maggio 2008)
Negli ultimi decenni le tecnologie stanno trasformando gli scenari di guerra. Le lobby delle armi e i politici che usano le armi per risolvere i conflitti hanno fiducia nei robot e nella fantasia di scienziati che trasformano animali pericolosi in armi micidiali. Ci sono, è vero, automi che - dicono - possono essere usati anche in ambito civile o umanitario, come il robot orsacchiotto e il robot serpente, che recuperano i feriti, ma la verità è che solamente i militari possono permettersi di pagare queste tecnologie. E adesso arrivano gli insetti dell'americana Bae Systems, azienda leader nei sistemi di "difesa" aerospaziali, terrestri e marittimi: ragni e libellule.
L'occhio lungo dei soldati. L'azienda ha sottoscritto un accordo con il laboratorio di ricerca dell'esercito americano per la realizzazione del progetto Mast (Micro autonomous systems and technology, tecnologie e sistemi di micro-automazione) che prevede la fornitura di robot ispirati al mondo animale, destinati a precedere i soldati e a fungere così da occhi e orecchi "a distanza", da usare dove le condizioni rendono inopportuno l'accesso diretto da parte degli uomini.
Robot in avanscoperta. Un video dell'azienda mostra la simulazione di un futuro scenario di guerra robotica: ragni e libellule, dotati di telecamere, sono lasciati liberi di scorrazzare per le case di un villaggio da conquistare, mentre, da lontano, i soldati osservano su monitor da polso ciò che gli occhi elettronici stanno vedendo per loro. Scovato il nemico, interviene infine l'elicottero per radere al suolo il covo. «Sono l'estensione dei sensi dei soldati», spiega Joseph Mait, uno dei responsabili del progetto, «e permetteranno di raggiungere obiettivi finora considerati impossibili.»
La guerra degli insetti meccanici
