Uno degli obiettivi della Conferenza mondiale sul Clima - che è chiusa ieri a Durban in Sudafrica - era la riduzione dei livelli di emissione globale di CO2. Tra le tante notizie negative, ce n’è una parzialmente positiva in arrivo dalla Cina, il più grande produttore di gas a effetto serra.
Il rischio di un lento surriscaldamento globale provocato dall’uomo affligge il nostro pianeta da più di un secolo, e l'unica soluzione possibile per contrastare i cambiamenti climatici in atto è quella di ridurre nel breve periodo le emissioni di CO2 e altri inquinanti. Occhi puntati, dunque, su Cina e Stati Uniti, i primi due produttori di anidride carbonica a livello mondiale che, da soli, rilasciano nell’atmosfera più del 40% dei gas inquinanti.
Xu Huaqing, un ricercatore dell’Energy Research Institute, ha recentemente affermato che il suo paese potrebbe decidere di allineare il tetto massimo di emissione di CO2 a livello di altri paesi occidentali già entro il 2020. È la prima volta che il governo di Pechino si sbilancia con una data. L’investimento previsto nelle fonti di energia alternativa e nel risparmio energetico sarebbe di un miliardo di yuan, pari a oltre 157 milioni di dollari.
La brutta notizia è che nell'immediato futuro la produzione di CO2 in Cina è destinata a crescere, visto che il carbone è ancora la principale fonte energetica del paese.
? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ?