Innovazione

La bici elettrica Made in Italy, col pin a prova di furto

Si chiama Neox ed è ideata, prodotta e realizzata in Italia: ha un cambio robotizzato che si può lasciare in "folle". Così, se qualcuno la ruba... pedala a vuoto. L'abbiamo provata in anteprima.

Ti fermi, scendi dalla bici e la lasci lì, sul cavalletto. Entri al supermercato, fai la spesa e la bici è ancora lì. Anche se non l’hai legata. Anche se è una bici che costa 5.000 euro!

Non sei in un paese ideale, senza ladri di biciclette. È la bici che è un po’ speciale: si chiama Neox, è prodotta a Recoaro Terme ed è l’unica al mondo ad avere un codice pin di attivazione, come la sim del cellulare.

Niente pin, la bici gira a vuoto, come un’auto in folle: se la rubi e non sai il pin, pedalerai a vuoto. Ecco come funziona, spiegato in questo video che abbiamo girato durante una prova su strada.

Come funziona la Neox (1:05)

Perché Neox costa così tanto? Perché quella del “sistema di sicurezza” non è la sola innovazione di questa ebike 100% italiana, che Focus.it ha potuto provare in anteprima. Ha un cambio robotizzato (coperto da brevetto internazionale) che permette di “blindare” la catena dentro una “forcellona” speciale, come quella di alcune modo da strada top di gamma.

Risultato? La ruota posteriore si mette e si toglie con un click, come quella anteriore, senza sporcarsi le mani. Ed è impossibile che la catena “salti giù”, non serve lubrificarla, si usura molto meno delle bici normali (elettriche o no) e ha 100 km di autonomia con assistenza elettrica.

Finita quella, funziona come una bici normale. Ma si ricarica con un alimentatore grande (e leggero) quanto quello di un notebook, in 4 ore e mezza. Il tutto, per un costo di esercizio di 35 centesimi di euro ogni 100 km.

Il particolare del monobraccio che contiene il motore elettrico, il cambio e la catena fissa di trasmissione. La ruota posteriore si sgancia con un click. © Neox

Neox è già in vendita su ordinazione (le info sono sul loro sito, www.myneox.it). Il suo “papà” è italiano e si chiama Fabrizio Storti. Un vicentino che, negli anni '90, produceva i telaietti delle diapositive… e che nel 2000 ha capito che, con l’avvento della fotografia digitale, avrebbe dovuto inventarsi qualcos’altro. L’ha fatto e ha creato due realtà di successo, in campo sanitario e dell’illuminazione. Fino a quando ha deciso di fare bici elettriche a pedalata assistita. La Neox è il risultato.

15 maggio 2015 Carlo Dagradi
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