Là dove osano i pinguini, una nuova stazione inglese: studierà effetto serra e clima. Sarà pronta nel 2008: poggia su gambe che si alzano e si abbassano a seconda delle necessità e scivola sui ghiacci.
La testa della base: un serpentone sugli sci. Foto: © British Antarctic Survey/FaberMaunsell. |
Laboratorio sui trampoli. Oltre che un capolavoro dal punto di vista del design, la nuova stazione antartica sarà anche un vero e proprio concentrato di tecnologia: ognuno dei moduli di cui è composta poggia infatti su sei gambe estensibili che consentono alla struttura di sollevarsi al crescere del livello del ghiaccio che si forma sotto di essa. La stessa forma di Halley VI è stata studiata per imprimere al vento un'accelerazione in grado di rimuovere, almeno in parte, accumuli di ghiaccio e neve.
Maxi slittino. La stazione potrà spostarsi sul ghiaccio grazie a enormi sci: verrà inizialmente allestita nell'entroterra, a circa 30 km dal mare, ma nei prossimi anni potrà essere trainata come una gigantesca slitta nei luoghi più adatti a ricerche ed esperimenti. L'energia necessaria al funzionamento della base, verrà fornita, oltre che dai tradizionali combustibili aeronautici, gli unici che non gelano ai -55° dell' antartico, anche da fonti rinnovabili come pannelli solari o eliche per lo sfruttamento dell'energia eolica. L'interno della stazione è stato sviluppato all'insegna della razionalità: basta spostare poche pareti mobili per trasformare una camera da letto in laboratorio e viceversa.
Casa dolce casa. Faber Maunsell e Hugh Broughton, i due architetti che hanno concepito Halley VI, hanno comunque avuto un occhio di riguardo anche per il relax di chi la abiterà: il modulo centrale della stazione ospiterà infatti una palestra con sauna, una parete per l'arrampicata e altre attrezzature ricreative, mentre uno psicologo ha scelto i colori dell'arredamento in modo da ravvivare un ambiente circondato dal bianco della neve o dal nero della lunga notte antartica.
(Notizia aggiornata al 20 luglio 2005)