Già la fantascienza aveva predetto come la robotica e l'intelligenza artificiale sarebbero state indespensbili per lavorare nello spazio. E, da molti anni, si progettano robot e strumenti cibernetici per le missioni ad atmosfera zero.
Lavoratore del futuro - Ora la Nasa ha in programma la prima uscita nello spazio del suo robot Robonaut2, abbreviato in R2. Sigla che, assieme all'aspetto, lo fa assomigliare a un personaggio di Guerre Stellari. Si tratta infatti di un mezzo umanoide, studiato dalla Nasa e General Motors per lavorare manualmente e a stretto contatto con gli esseri umani, praticamente in simbiosi.
Usa le mani - L'androide è progettato per lavorare sia sulla terra, ad esempio costruendo in futuro le automobili nelle catene di montaggio, che nello spazio, durante le attività all'esterno delle stazioni spaziali. È dotato di sensori e visori, ma soprattutto è in grado di utilizzare gli stessi strumenti manuali che usano gli astronauti in missione. Inoltre è capace di sollevare, non solo di tenere in mano, quasi 10kg di peso.
Il suo primo viaggio - Per ora è poco più di un prototipo, ma il suo primo viaggio è in programma a settembre, durante l'ultima missione spaziale prevista per lo Shuttle Discovery. Prima di andare in pensione, la navicella porterà l'R2 sulla Stazione Internazionale, dove lavorerà a una serie di test con gli astronauti all'interno del Destiny Lab, il modulo scientifico americano, collegato nel 2001. Infatti il Robonaut2 non è ancora in grado di lavorare all'esterno e nello spazio. Anche se gli manca davvero poco: il futuro della Nasa si prospetta molto robotico, dato che nel budget 2011 la Nasa ha richiesto 3 bilioni di dollari in 5 anni, da investire nello sviluppo di robot.