L'opinione del pubblico su eventi politici di portata nazionale derivata dall'analisi dei tweet e delle conversazioni sui social network potrebbe non essere sempre rappresentativa della realtà. È la conclusione alla quale è arrivato dopo un anno studi il team di esperti del Pew Research Center, un ente indipendente americano che si occupa di analisi politiche.
Dimmi cosa twitti, ti dirò cosa pensi
I ricercatori hanno analizzato 8 grandi eventi che hanno coinvolto il pubblico statunitense su scala nazionale, dalle elezioni presidenziali alla sentenze sul matrimonio omosessuale, studiando per ognuno di essi il tono dei tweet correlati e classificandolo in conservatore (cioè di destra) o liberale, cioè di sinistra.
L'umore rilevato su Twitter è stato poi confrontato con l'opinione generale del pubblico raccolta con sondaggi e interviste classiche: è emerso che il social network presenta posizioni di volta in volta più spostate a destra o sinistra rispetto alla media nazionale. È insomma più... estremista e fa risaltare maggiormente il malcontento e i commenti negativi.
Twitter è con Obama. Gli altri no
Per esempio, nei giorni immediatamente successivi alle presidenziali del 2012, mentre per i sondaggi classici solo il 52% della popolazione era favorevole alla rielezione di Obama, ben il 77% dei tweet a tema dimostrava apprezzamento per la rielezione del Presidente.
Lo stesso trend è stato rilevato subito dopo i dibattiti televisivi tra i due pretendenti alla Casa Bianca, Obama e Romney: mentre il 66% degli intervistati dichiarava che nel corso del primo confronto Romney era stato il migliore, solo il 40% dei tweet sull'argomento si dichiarava favorevole alle idee del leader conservatore.
Twitter è di sinistra?
In altre situazioni finite sotto la lente dagli esperti di Pew è emerso invece il lato più repubblicano di Twitter, smentendo così l'opinione comune che il social network sia una sorta di feudo digitale della sinistra.
Lo studio è stato condotto analizzando i tweet sui temi prescelti, selezionati in base ad hashtag e parole chiave, con un software semantico in grado di estrapolare il tono di un testo con una precisione del 90%.
Pur non essendo esaustiva. La ricerca ha coinvolto una buona fetta dei tweet sui temi selezionati.
Secondo i ricercatori la differenza tra le opinioni di chi twitta e quelle del largo pubblico sono di tipo demografico: i primi sono infatti in media molto più giovani. Nel 2012 il 50% degli americani che dichiarava di utilizzare Twitter in modo intensivo aveva meno di 30 anni, rispetto al 23% della popolazione adulta.
Twitter tricolore
E per l'Italia? La diversa composizione demografica del nostro paese, in media più vecchio degli States, e la minor penetrazione di Twitter non rendono possibile una completa trasposizione dei risultati della ricerca di PEW al nostro paese.
Ma è certo che la campagna elettorale 2013 è stata la prima nella storia della Repubblica in cui il web e i social network hanno contato per davvero: nel periodo pre elettorale le interazioni con i profili ufficiali dei partiti politici e dei rispettivi leader sono state più di 14 milioni su Facebook, e 2,3 milioni su Twitter, in pratica 1 ogni 3 elettori.
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