di Peppe Croce
Vi ricordate della mucca pazza? Questa terribile malattia è quasi sparita dagli allevamenti europei, ma è stata alla base della leggi sulla tracciabilità della carne bovina. Che sta per cambiare grazie all'elettronica.
"Con i chip RFID anche i controlli veterinari sono più semplici e veloci"
Pazza per i RFID -
marchi auricolari
tracciabilità di vacche e vitelli destinati al consumo umano
Vita dura in fattoria - La tecnologia potrebbe realmente cambiare il modo in cui viene tracciata la storia di una mucca, dalla nascita in fattoria alla morte nel macello e persino fino al nostro piatto. Oggi gli allevatori devono marchiare i capi di bestiame, tenere registri con tutti gli spostamenti degli animali da un allevamento all'altro, renderli disponibili ai veterinari e alle autorità sanitarie in caso di problemi.
Tecno-mucche - Il futuro è disegnato da una proposta di un nuovo Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla tracciabilità della carne bovina che prevede la sperimentazione della tecnologia RFID. Con un minuscolo chip impiantato nell'animale, del tutto simile al microchip obbligatorio per i cani da compagnia, i veterinari potranno controllare all'istante tutta la storia di ogni capo di bestiame e verificarne l'eventuale provenienza sospetta. Gli allevatori, invece, potrebbero automatizzare e informatizzare senza sforzo e perdite di tempo i registri. Estendendo la tracciabilità sino al supermercato si potrebbe persino associare il codice a barre delle confezioni di carne - o addirittura dentro la carne - con il RFID dell'animale di provenienza e chiudere il cerchio della tracciabilità. Ma tutto questo non sarà semplice per gli allevatori più anziani che di tecnologia sanno poco o nulla. Per questo, in un primo momento, la tracciabilità elettronica RFID sarà volontaria. (sp)