Alcuni ricercatori ed in particolare Nico Prucha, ricercatore tedesco, durante uno studio hanno scovato alcuni pacchetti di informazione sviluppati da jihadisti in grado di essere ricevuti direttamente sugli smartphone.
Fino a qui nulla di preoccupante, ma una volta analizzati i pacchetti ed il contenuto sono stati trovati all’interno video, canzoni, discorsi ed immagini per incoraggiare le migliaia di seguaci e sostenitori.
In molti casi per diffondere le informazioni in maniera anonima è stata utilizzata la tecnologia bluetooth.
Lo stesso Prucha ha affermato come senza l’esistenza di internet e dei dispositivi mobili al-Qaeda sarebbe morta molto tempo fa, probabilmente nel lontano 1980 quando la ricerca di informazioni era difficile e non esisteva un metodo così semplice per fare propaganda.
Con l’avvento dei video digitali, continua Prucha, è stato notevolmente più facile diffondere uno stesso messaggio a più seguaci, infatti con le VHS alla decima copia il video era inutilizzabile!
Ma veniamo alla parte della tecnologia che più ci interessa e che ci riguarda cioè come gli smartphone e i dispositivi mobili in generale possono essere d’aiuto alla propaganda della jihad.
Lo studio di Prucha ha portato alla scoperta di alcuni gruppi di militanti specializzati nella creazione di materiale dedicato proprio alla propaganda della jihad come ad esempio letture del Corano o immagini che nascondono messaggi nascosti il tutto dedicato e studiato proprio per essere destinato a dispositivi cellulari.
Gli stessi smartphone hanno assunto particolare rilevanza in molte nazioni arabe perché rappresentava un modo per venire a contatto con i due sessi senza infrangere abitudini locali e religiose. In particolare per far ciò veniva sfruttata la connessione Bluetooth lasciata sempre attiva e sempre pronta a ricevere messaggi.(ga)