Lo si usa per comunicare impressioni, commentare film ed eventi televisivi, promuovere prodotti, sostenere campagne elettorali e rivoluzioni dal basso come quella della Primavera Araba. Ma nelle ultime ore Twitter ha assunto anche un'altra drammatica, spiacevole funzione: è stato usato per annunciare il riaccendersi delle ostilità nella Striscia di Gaza e riportare in tempo reale foto, video e aggiornamenti sugli attacchi di Israele e Hamas.
Le Forze di Difesa Israeliane e Hamas stanno usando Twitter per veicolare messaggi di guerra.
Secondo gli esperti, questi tweet rappresenterebbero una violazione dei termini di servizio del social media.
Non è la prima volta che operazioni militari vengono descritte su Twitter: era successo anche per la cattura di Bin Laden.
Mercoledì le forze di difesa israeliane hanno annunciato con un cinguettio l'inizio di una "campagna diffusa sui siti terroristici e operativi nella Striscia di Gaza". Dopo qualche minuto l'account inglese di Hamas ha twittato la notizia dell'uccisione del "top leader Ahmed Jabari" da parte dei "droni israeliani". Da quel momento è stato tutto un susseguirsi di video di esplosioni, foto di civili - spesso, purtroppo, bambini - feriti e uccisi, incitamenti alla violenza raggruppati sotto le opposte hashtag #PillarOfDefense (per Israele) e #GazaUnderAttack (dai Palestinesi).
Anche i giornalisti presenti nella Striscia hanno fatto sentire le loro voci in 140 caratteri: tra questi un cameramen della BBC, Jihad Misharawi, che ha annunciato su Twitter l'uccisione del figlio di 11 mesi da parte delle forze armate israeliane. E i civili non sono rimasti a guardare. Molti di loro hanno usato il social network per chiedere che non venisse tolta la corrente nella Striscia o implorare entrambe le parti di non usare Twitter come strumento di odio.
Ed è proprio questo il punto. Molti esperti di social media si stanno chiedendo in queste ore se questi annunci non violino i termini di servizio di Twitter. Come riporta il sito del The Atlantic, "secondo le regole di Twitter agli utenti non è permesso "pubblicare o postare minacce dirette e specifiche di violenza verso il prossimo"; il social network non può inoltre essere utilizzato "per alcuno scopo illegale o per dare seguito ad attività illegale". Le minacce, neanche troppo velate, sono arrivate da entrambe le parti, come si vede nell'immagine qui a fianco. Se le Forze Israeliane hanno intimato ai sostenitori di Hamas di non farsi vedere per le strade, le Brigate Alqassam hanno scritto: "le nostre mani benedette raggiungeranno i vostri leader e soldati ovunque siano (vi siete aperti le porte dell'Inferno da soli)".
In molti a questo punto si aspettano che gli amministratori di Twitter si dissocino dal conflitto (almeno quello virtuale) bloccando l'account di chi incita all'odio. Anche perché sarebbe difficile gestire l'intervento di terzi a favore dell'una o dell'altra fazione. Anonymous, solo per fare un esempio, ha già avvertito chi gestisce l'account delle Forze di Difesa Israeliane di aspettarsi presto un suo attacco. Certo una bella patata bollente per chi si occupa del rispetto della legalità sul social media.
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Anche se potrebbe essere la prima volta che una guerra viene annunciata prima su Twitter, non è comunque una novità che importanti operazioni militari sono descritte con un cinguettio.
Era già successo all'epoca della cattura e uccisione di Osama Bin Laden, anche se in quella circostanza il primo a darne notizia fu un utente ignaro di cosa stava accadendo. Sohaib Athar, @ReallyVirtual su Twitter, residente ad Abbottabad (Pakistan) ultimo rifugio del leader di al-Qaida, descrisse l'arrivo di raid di elicotteri sulla cittadina diverse ore prima che venisse annunciato ufficialmente l'esito dell'operazione USA, dando per primo anche la notizia della caduta di uno degli elicotteri "non pakistani". Stava annunciando, ignaro, la cattura di Osama Bin Laden, suo latitante concittadino.
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