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In Siria, terra natale del padre biologico di Steve Jobs, è vietato possedere e usare un iPhone. È considerato una pericolosa arma digitale per diffondere informazioni sul web e le ritorsioni contro i trasgressori saranno pesanti.
“Chi possiede un iPhone è considerato una potenziale spia!”
Arma terroristica - Dopo nove mesi di violenti scontri che hanno causato - secondo il New York Times - oltre 4.000 vittime civili, il governo siriano ha deciso di mettere fuori legge gli iPhone. Il motivo? Un tentativo per contrastare l’uso dei melafonini da parte degli attivisti per diffondere le notizie sugli abusi governativi durante i disordini. Il paese mediorientale aveva già bloccato il libero accesso sia a Internet sia alle reti 3G a cui è seguita l’espulsione di vari giornalisti stranieri. Ora il governo siriano ha preso di mira anche gli smartphone, e in particolare l'iPhone, che considera un pericoloso strumento per diffondere informazioni sul web.
Divieto pericoloso - Oltre che gravissimo, il bando degli iPhone in Siria è anche potenzialmente rischioso. Il divieto vale per tutti, anche per gli stranieri, come ha comunicato ufficialmente il Dipartimento di Stato Siriano. Chi viene trovato in possesso di un melafonino - giornalista, professionista o semplice turista - rischia di essere considerato alla stessa stregua di una potenziale spia.
Mi dissocio! - Anche Abdulfattah John Jandal, padre biologico di Steve Jobs, si è apertamente schierato contro il provvedimento del suo paese natale esprimendo la propria solidarietà al popolo siriano e promettendo di aderire al sit-in di protesta organizzato su YouTube. (sp)
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