di Luca Busani
L’invito che Apple ha mandato ai giornalisti americani non lascia spazio a dubbi: il 12 settembre sarà il giorno dell’iPhone 5. Manca una settimana all’evento più atteso del mese, e forse dell'anno. Che ne dici se proviamo a scrivere una fantarecensione in base ai rumors (più attendibili) circolati fino a oggi?
"Nonostante le critiche, con l’iPhone 5 dovrebbe debuttare la nuova Nano-SIM"
L’invito alla stampa - Fino a ieri non c’era ancora nulla di ufficiale, poi è arrivato un invito riservato alla stampa americana, con un 12 che sovrasta un’eloquente ombra a forma di 5. Il mittente è ovviamente Apple, ma chissà cosa significherà l’accostamento di questi due numeri? Il messaggio che campeggia sopra (“It’s almost here”) non aggiunge nulla, ma conferma ciò che gli addetti ai lavori sussurravano da giorni: tra una settimana potremo finalmente ammirare il nuovo iPhone. In realtà, sappiamo già tutto di lui, perciò vogliamo cimentarci in un’ipotetica recensione, basandoci solo sulle voci trapelate finora e sulle esperienze passate.
A4, A5 e A6 - Partiamo innanzitutto dal processore: sarebbe lecito aspettarsi un quad-core di ultima generazione, denominato eventualmente A6, ma con ogni probabilità non sarà così. Apple ha cominciato con l’A4 - il primo integrato sviluppato interamente nei laboratori di Cupertino - nel lontano 2010, mentre l’anno scorso è passata al più performante A5 per il suo iPhone 4S. Questa CPU è stata, poi, rivista in occasione del lancio del nuovo iPad, anche se le differenze di architettura erano legate perlopiù alle esigenze del display Retina.
Basta poco... - Il SoC (System-on-a-Chip) A5 si basa su un processore dual-core ARM Cortex-A9, un acceleratore grafico PowerVR SGX543MP2 e integra 512 MB di memoria RAM. Non sarà un mostro in termini di potenza di calcolo, ma con qualche lieve ritocco - come raddoppiare la memoria e aggiornare l’architettura, passando da 45 a 32 nanometri - potrebbe essere comunque sufficiente. Sembra, invece, meno plausibile il debutto del nuovo A6: ARM ha già preparato la CPU Cortex-A15, mentre la GPU PowerVR 6 Rogue è ormai matura, ma con uno schermo così piccolo tutta questa potenza sarebbe uno spreco. Meglio tenerlo in serbo per il prossimo iPad 4, oppure per l’iPhone 6.
Uno schermo più televisivo - Sappiamo che il display sarà finalmente più grande e con un formato diverso, più adatto all’esperienza multimediale: l’iPhone 5 dovrebbe essere dotato di un pannello da 4 pollici in 16:9, con una risoluzione massima di 1.136 x 640 pixel.
La densità di punti sarà, quindi, di poco inferiore a quella dell’attuale 4S - 326 contro 329 PPI - e si tratterà comunque di uno schermo di tipo Retina: ciò nonostante, per gestirlo sarà sufficiente ampliare la memoria di sistema, soprattutto per i videogame più esosi, e anche questo indizio sembra confermare l’ipotesi che abbiamo avanzato sopra di una versione aggiornata del SoC A5.
È ancora presto per i 128 GB - Apple, a proposito di memoria, ci ha abituati a raddoppiare ogni due anni il taglio massimo della NAND presente all’interno dei suoi smartphone. L’anno scorso, per la prima volta, è stato introdotto un modello con 64 GB integrati, pertanto abbiamo motivo di credere che lo stesso possa accadere con l’iPhone 5: l’ipotesi più accreditata è che venga ricalcato il listino del nuovo iPad, con tre modelli rispettivamente da 16, 32 e 64 GB, venduti a circa 100 euro di differenza.
Connettore più piccolo e simmetrico - Del nuovo mini connettore - che potrebbe essere perfino simmetrico, senza un preciso verso d’inserimento, per evitare errori grossolani da parte degli utenti - abbiamo già parlato ampiamente. Eppure questa non sarà la sola componente a ridursi di dimensioni: fonti ben informate parlano delle prime forniture di Nano-SIM, che sarebbero state consegnate da pochi giorni alle più importanti compagnie telefoniche mondiali.
Arriva la Nano-SIM - Di questo nuovo formato di SIM Card si è fatto un gran parlare negli ultimi mesi, perché ha suscitato le critiche da parte di RIM, Motorola e Nokia, anche se evidentemente Apple ha preferito continuare per la sua strada, riducendo l’ingombro delle schede telefoniche a vantaggio dello spazio interno da dedicare al resto della componentistica. A questo punto, il rischio che corriamo è di ritrovarci con una sorta di microscopica matrioska sempre in tasca, composta dai vari adattatori da Nano a Micro-SIM e da Micro a SIM tradizionale, per poter utilizzare lo stesso numero su più telefoni.
Status symbol dei nostri tempi - E i prezzi? Non serve una gran fantasia per immaginarli, perché Apple non può permettersi di tagliare i costi dei suoi dispositivi, altrimenti rischierebbe di svilirne il valore e l’appeal. Si partirà, quindi, dai 699 euro del modello più economico da 16 GB, per arrivare agli 899 del top di gamma da 64 GB. Una cifra davvero importante, soprattutto in tempi di crisi, ma uno status symbol è pur sempre uno status symbol e non potrà mai essere alla portata di tutti, altrimenti verrebbe retrocesso al grado di bene di massa.
(sp)