In caso di grave minaccia alla sicurezza nazionale gli Stati Uniti possono paralizzare le comunicazioni nell'intera nazione, o in parti di essa, ordinando ai provider di disconnettersi da cavi e satelliti. In questo modo si possono interrompere eventuali attacchi cibernetici in corso che abbiano come obiettivo i gangli vitali dello Stato, dalle comunicazioni al sistema finanziario, dai trasporti alle centrali nucleari.
A novembre 2013 un giudice federale americano ha chiesto che la procedura - finora segreta - venga resa pubblica. Il timore è che un simile strumento possa essere usato per censurare e limitare la libertà di espressione, com'è successo per esempio in Cina, Siria ed Egitto - altri Paesi che hanno un Internet Kill Switch. Finora però l'agenzia Usa per la sicurezza nazionale (DHS, Department of Homeland Security) non ha risposto.
Come funziona il kill switch
Si potrebbe pensare che l'Internet Kill Switch sia una specie di interruttore, un pulsante rosso che, se premuto, spegne Internet. In realtà è una procedura segreta molto complessa con la quale un governo può ordinare ai service provider - a tutti o solo ad alcuni - di disconnettersi dalla rete, impedendo il funzionamento delle comunicazioni web e telefoniche.
È probabile che molti Stati siano attrezzati per questa eventualità ma il caso più noto e discusso è quello degli Stati Uniti. La richiesta di avere un simile strumento risale al 2006, durante l'amministrazione Bush, ed è nato nel 2008, a ridosso della prima elezione di Obama. La prima Legge in materia è del 2010.
«Nel concreto, il governo impone ai service provider che danno l'accesso alle dorsali oceaniche di ingresso e uscita dei dati e ai satelliti per il traffico wireless, di bloccare il flusso delle comunicazioni in tutto il Paese o in parti di esso», spiega Stefano Mele, coordinatore dell'Osservatorio Infowarfare e Tecnologie emergenti dell'Istituto Italiano di Studi Strategici. Le dorsali oceaniche sono i giganteschi cavi posati sul fondo degli oceani, attraverso cui passano le nostre comunicazioni.
A che cosa serve?
Il kill switch è la risorsa estrema che può essere usata contro massicci attacchi cibernetici alla sicurezza nazionale. «Ad esempio attacchi a infrastrutture critiche, come la rete energetica o di telecomunicazioni, se fossero tali da poter creare danni rilevanti giustificherebbero un intervento così invasivo come l'utilizzo del kill switch su scala nazionale», prosegue Mele. «Ma è possibile che venga utilizzato anche su un'area geografica più ristretta. Se si ha notizia da parte dell'intelligence che una bomba comandata a distanza sta per esplodere in una determinata area, interrompendo le comunicazioni radio o telefoniche si impedisce di far detonare l'ordigno.»
Conseguenze imprevedibili
Se gli Stati Uniti vengono disconnessi dal web non sarebbe solo un problema "americano". Tutti i siti i cui server sono principalmente negli Usa andrebbero fuori servizio. Google, Facebook, Twitter ad esempio non potrebbero far fronte a milioni di accessi senza le server farm collocate in America. Molte reti internet di secondo e terzo livello - che dipendono da quelle di primo livello, in maggioranza installate negli Usa - cesserebbero di funzionare. L'impatto sul sistema finanziario e creditizio non è prevedibile ma le ripercussioni avrebbero una portata globale e sono da molti considerate per alcuni versi più preoccupanti della situazione che l'Internet Kill Switch vorrebbe risolvere.
I regimi autoritari hanno il pieno controllo di mezzi e infrastrutture delle comunicazioni e si scrivono da soli le regole d'uso dei sistemi di kill switch. Gli esempi non mancano: dal lungo braccio di ferro Cina-Google (finito 1-0) su quanto Internet può mostrare ai navigatori cinesi fino alle cosiddette primavere arabe, quando i governi di Egitto e Siria hanno reso il web inaccessibile dall'interno e dall'esterno.
Anche nelle mani di una democrazia il kill switch è un'arma potente, ma la società civile non ammette che se ne possa fare un uso arbitrario e il primo passo è la condivisione delle regole: la richiesta del giudice federale americano va in questa direzione.
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