di Peppe Croce
La transazione dal vecchio protocollo Ipv4 al nuovo Ipv6 permette di connettere a internet un numero quasi infinito di utenti (e di cose). E di tracciare tutti meglio.
"I vecchi indirizzi Ipv4 erano ormai quasi finiti: non c'era spazio per Cina e India"
Internet si allarga -
vedi sotto
fare zapping tra vari indirizzi Ip
Pensato per Cina e India - Il motivo principale per cui è stato necessario passare da Ipv4 a Ipv6 è che gli indirizzi Ip disponibili stavano per terminare. Di sicuro non sarebbero bastati a reggere la diffusione di massa di internet in paesi emergenti come Cina e India, dove il web è ancora all'alba e quando sarà a mezzogiorno serviranno centinaia di milioni di indirizzi Ip.
Personal Ip - Altra novità importante di Ipv6 è quella che permetterà, a differenza di quanto accadeva con Ipv4, di avere un indirizzo Ip personale, una sorta di numero di telefono per internet, da assegnare a ogni utente a prescindere da quale internet provider utilizzi e da dove si colleghi. Questo vuol dire, tra le altre cose, che sarà molto più facile tracciare gli spostamenti dei navigatori che, però, per fortuna saranno criptati grazie ai sistemi di sicurezza già inclusi nell'Ipv6.
Internet delle cose - Essendo gli indirizzi praticamente infiniti, sarà anche possibile assegnarne una discreta quantità a ogni utente. In questo modo potremo distribuire il nostro pacchetto di indirizzi a tutti i device che vorremo raggiungere tramite internet. Questo apre le porte, giusto per fare un esempio, al telecontrollo delle apparecchiature elettriche ed elettroniche civili e industriali. Se ho cento indirizzi a disposizione, infatti, posso assegnarne senza problemi uno a ogni elettrodomestico che ho a casa e, magari, accendere il riscaldamento o far partire la lavatrice dal posto di lavoro. Sarà sufficiente che gli elettrodomestici siano compatibili con l'Ipv6 e connessi in rete, mentre prima erano necessari complessi sistemi di domotica che facevano da interfaccia tra casa nostra e internet. (sp)