Si aggrava il bilancio del disastro ungherese, la peggiore catastrofe ambientale mai verificatasi nel paese, a causa della quale hanno già perso la vita otto persone, sono stati distrutti interi villaggi ed ecosistemi fluviali e terrestri. Il corpo dell'ottava vittima è stato ritrovato ieri, mentre il governo magiaro ha iniziato a indagare sulle responsabilità dello sversamento di un milione di metri cubi di fango tossico arrivato dall'azienda Mal S.A., il cui amministratore delegato è stato fermato e interrogato per molte ore. La società, che era stata privatizzata da pochi anni, è stata commissariata e probabilmente sarà rinazionalizzata.
Intanto, si cercano di evitare ulteriori danni, in particolare nelle zone più colpite dalle esondazioni, come il villaggio di Kolontar, finora quello maggiormente danneggiato, dove si sta costruendo una gigantesca diga per porre argine ad eventuali altre "ondate" di fango tossico, un'opera ciclopica di 1.500 metri di lunghezza, 30 di larghezza e 4-5 di altezza. Squadre della protezione civile ungherese lavorano senza sosta da sabato, in una corsa contro il tempo per completare l'opera col bel tempo. La pioggia infatti può provocare altre infiltrazioni negli argini, con conseguente nuova esondazione del veleno.