Secondo un rapporto pubblicato quattro anni fa da Transport & Environment, in un singolo anno tutte le navi da crociera del solo operatore Carnival, leader nel settore, hanno emesso 10 volte più ossido di zolfo (SOx) rispetto a tutte le auto europee immatricolate in un anno, un dato sconcertante se si pensa che nel Vecchio Continente le automobili sono circa 260 milioni e che la flotta dell'operatore è composta da poco meno di 100 navi.
Diamo i numeri! Calcolatrice alla mano, significa che una sola nave da crociera emette tanto ossido di zolfo quanto 25 milioni di auto. Tutto questo inquinamento deriva dall'enorme quantità di energia richiesta da un transatlantico, generalmente prodotta con motori diesel-elettrici che consumano circa 250 tonnellate di carburante al giorno.
Missione (im)possibile? È per questo che il progetto di ricerca Sea Zero dell'azienda norvegese Hurtigruten sembra una sfida estremamente ambiziosa: costruire entro il 2030 una nave da crociera che possa scarrozzare i turisti tra i fiordi dei Paesi scandinavi senza produrre emissioni nocive.
Il progetto è stato presentato a inizio luglio e prevede un battello per 500 persone più equipaggio dotato di vele retrattili e di batterie da 60 megawatt. La ricarica avverrebbe a ogni attracco utilizzando l'energia della rete elettrica norvegese, che è prodotta al 98% da fonti rinnovabili. I progettisti calcolano che nel corso di una crociera standard di 11 giorni la nave potrebbe aver bisogno di 7 o 8 soste.
Vele alari. La vera innovazione introdotta da Sea Zero, però, è rappresentata dalle "vele alari" retrattili, lunghe 50 metri e ricoperte con circa 1.500 m2 di pannelli solari, pronti a raccogliere la luce per quasi 24 ore al giorno nel corso delle lunghe giornate estive scandinave. Oltre che sfruttare l'energia solare, queste vele sono studiate anche per ruotare, servendosi così dell'energia eolica in autunno e in primavera, quando le giornate sono più brevi e i venti nei mari del nord più consistenti.
Svolta green per tutti? Il progetto definitivo dovrebbe essere approvato entro il 2026, in modo che la costruzione del prototipo inizi nel 2027 e che si possa salpare per la prima eco-crociera della storia non oltre il 2030. Viene da chiedersi una sola cosa: la scia prodotta da questo piccolo gioiellino sarà abbastanza forte da risucchiare anche le grandi compagnie verso una svolta verde?