I cani da pastore che da secoli fanno la guardia a greggi e mandrie negli sconfinati pascoli australiani potrebbero presto finire i pensione, sostituiti da droni di derivazione militare che avranno il compito di sorvegliare gli armenti, verificare la presenza di eventuali predatori e segnalare i focolai d'incendio.
È il progetto di Ninox Robotics, azienda australiana impegnata nell'applicazione di nuove tecnologie al settore agricolo. Gli ingegneri della Ninox hanno modificato droni di sorveglianza militare e li hanno adattati alle esigenze dei proprietari terrieri.
Caccia grossa. L'apparecchio è dotato di telecamere e sensori all'infrarosso che possono identificare, sia di giorno sia di notte, la presenza di fuochi, ma anche di dingo, cinghiali e altri animali potenzialmente pericolosi per le colture o per le percore. Quando il drone identifica una di queste minacce, invia un segnale a una squadra di cacciatori a terra, che interviene ed elimina il problema.
Cruento? Probabilmente sì, ma comunque meno dei bocconi avvelenati utilizzati in abbondanza da anni dagli agricoltori e dagli allevatori per contrastare le incursioni di animali selvatici.
Il drone di Ninox è ancora in fase sperimentale e ha ricevuto l'ok del governo per i test: volerà di notte, a una quota di almeno 400 metri e una velocità massima di 120 km/h.
L'azienda è comunque certa di ottenre l'autorizzazione all'avvio della fase commerciale entro la fine dell'anno e sta reclutando piloti per i suoi apparecchi.