In America, come d'altra parte nel resto del mondo, da molti anni è in corso una battaglia ferrea che ha come protagonisti da un lato alcuni politici e dall'altro i videogiochi considerati eccessivamente violenti. Il punto della questione è molto semplice ed è quello di decidere se vietare o meno la distribuzione di alcuni titoli che, risultando poco adatti ad un pubblico giovane, potrebbero portare ad atteggiamenti a loro volta violenti o comunque considerati aggressivi.
Titolo che da sempre è da sempre al centro dei riflettori per tale problema è GTA il quale, nelle sue innumerevoli versioni, spinge il giocatore ad impersonare il delinquente di turno il quale ha come unico obiettivo quello di fare carriera a suon di rapine e sparatorie. Nonostante su ogni copertina sia ben presente il famoso PEGI il quale determina non solo l'età consigliata ma anche il motivo per il quale viene assegnato tale limite, alcuni Governatori in America fra i quali il tanto conosciuto Arnold Schwarzenegger avevano oramai dichiarato guerra alla distribuzione di questi giochi arrivando a minacciare con serie multe alcune aziende del settore.
Fortunatamente nella giornata di ieri il conflitto può essere dichiarato chiuso ed infatti niente meno che la Corte Suprema degli Stati Uniti, attraverso una documentazione di circa novanta pagine, ha giudicato la possibilità di vietare la distribuzione di un videogioco una violazione del Primo Emendamento della Costituzione in quanto non vi sono neppure le prove reali di una eventuale collegamento fra tali giochi ed il comportamento aggressivo degli adolescenti.
A questo punto ci chiediamo se, sull'onda di tale decisione, altre Nazioni riescano ad arrivare alla stessa conclusione evitando in questo modo di danneggiare il mercato di distribuzione videoludico attraverso il mancato arrivo di alcuni titoli o anche la loro parziale o totale censura.
Siamo curiosi a questo punto di sapere cosa possa succedere in Italia e nel caso vogliate approfondire l'argomento vi invitiamo a leggere l'interessantissimo editoriale presente su Upperpad.com
Mario De Rosa