Forse la BP non sa da dove andrà la perdita di petrolio del Golfo del Messico, ma Intel sì. Il supercomputer Encanto, che si trova nel campus di Rio Rancho della casa di produzione di microchip, è uno dei più potenti del mondo, con 3mila 500 processori quad-core, tutti in funzione per tracciare i possibili percorsi del disastro causato dalla compagnia petrolifera inglese. Encanto utilizza il software Parallel Ocean Program, un modello 3D dell'oceano prodotto nel laboratorio nazionale di Los Alamos, e finora le prime sei simulazioni prodotte hanno richiesto oltre 250mila ore di lavoro del supercomputer.
Utilizzando latitudine e longitudine del disastro nel Golfo, i ricercatori americani hanno calcolato dove potrebbero arrivare le perdite di petrolio, e i risultati non sono incoraggianti. Superata la Florida e arrivate alla corrente del Golfo, le chiazze inquinanti potrebbero esere trasportate alla velocità di 3mila miglia al mese, arrivando fino alla costa Est degli USA e ben oltre. I calcoli non possono essere considerati del tutto esatti, ma chi lavora al progetto sottolinea che "è molto verosimile che entro sei mesi il petrolio arrivi all'Atlantico, e la cosa avverrà velocemente, molto più veloce di qualsiasi fenomeno simile mai visto prima". Brutte notizie per il mare, insomma, anche se avere a disposizione maggiori dati sulla direzione del disastro può aiutare a intervenire. Ammesso che questo sia ancora possibile.