Innovazione

Il robot contro i disastri nucleari

Verrà testato a Fukushima.

Il terremoto in Giappone ha segnato tutti quanti noi e, inoltre, sta cambiando il mondo che ci circonda: in primis, gli abitanti di questa sventurata nazione hanno dimostrato che, con impegno, dignità e razionalità, si può affrontare e superare qualsiasi difficoltà; in secondo luogo, è stata ferita una delle più grandi fucine del progresso e, così, il settore hi-tech rischia di trovarsi con il freno tirato per un periodo ancora da definire; infine, la posizione dell’opinione pubblica nei riguardi dell’energia nucleare si è fatta decisamente ostile, anche se questa attualmente rimane una delle fonti più vantaggiose esistenti. Da lungo tempo, infatti, l’imperativo è uno solo, ovvero abbandonare il petrolio, e solo una bacchetta magica potrebbe cancellare dalla Terra tutte le centrali nucleari costruite negli ultimi anni: ma come fare per renderle quantomeno più sicure? E, soprattutto, come evitare in caso di malfunzionamento il sacrificio di tante vite umane, proprio com’è accaduto con i tecnici di Fukushima?

La risposta ce la fornisce un robot, realizzato da un consorzio nipponico che comprende l’Università di Tohoku, il Chiba Institute of Technology e l’agenzia governativa NICT. Il dispositivo prende il nome di Quince, ma non ha neppure lontanamente la forma di una mela e vanta caratteristiche davvero molto interessanti: si sposta su quattro cingoli indipendenti, perciò è in grado di muoversi su qualsiasi superficie, ha una scocca impermeabile, che può proteggerlo anche all’interno di un reattore allagato, ed è dotato di un’ampia gamma di sensori, che vanno dal contatore Geiger allo scanner3D, senza dimenticare la webcam rotante, isolata da una lamina di piombo che riduce i disturbi causati dalle radiazioni; il tutto viene controllato in remoto attraverso un computer, fino ad una distanza massima di un paio di chilometri. Il robot è alimentato da una batteria che gli fornisce poco più di 2 ore d’autonomia in movimento, che possono salire a 6 se resta fermo in un punto; giusto lo stretto necessario per ispezionare accuratamente un’area contaminata - o presunta tale -.

Lo sviluppo di Quince è ormai completato ed adesso non resta che collaudarlo: considerata l’eccezionalità del momento, questi ultimi test verranno effettuati direttamente sul campo. D’altronde, a Fukushima il tempo stringe e di errori ne sono già stati commessi parecchi in passato, quindi a questo punto si gioca il tutto per tutto, per il bene dell’umanità. (ga)

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11 aprile 2011 Luca Busani
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