Secondo una recente ricerca, portata avanti da alcuni ricercatori della Stanford University e presentata alla conferenza internazionale USENIX, il servizio di "private browsing", o navigazione anonima, offerto dai browsers più moderni e diffusi nel mondo non garantirebbe un livello di affidabilità sufficiente.
Innanzitutto, non è semplice capire cosa effettivamente sia il "private browsing", e a quali livelli debba garantire l'anonimato. I ricercatori hanno stabilito due principali livelli di protezione: il primo, quello da un "intruso locale", si riferisce in pratica alla possibilità da parte di un altro utente del sistema di sbirciare nella cronologia per scoprire quali siti abbiamo visitato in precedenza, e di evitare che i siti visitati lascino tracce sul computer; il secondo, invece, si spinge oltre, disabilitando l'utilizzo dei cookies da parte dei siti che visitiamo al fine di garantire, per quanto possibile, l'anonimato durante la navigazione.
I vari browsers hanno adottato diverse strategie a riguardo. Safari, per esempio, si limita semplicemente a non salvare la cronologia durante una sessione anonima, mentre Chrome e Firefox si occupano anche di difendere in qualche modo l'utente da un intruso esterno. Tuttavia, l'approccio complessivo non si può ritenere molto affidabile, poiché la presenza di estensioni installate sul nostro browser rischia di bypassare il meccanismo di protezione, rendendo l'utente facilmente identificabile!
Vi consiglio quindi di fare molta attenzione utilizzando questa modalità, non è certamente esente da problemi!