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Da decenni, russi e americani hanno un programma spaziale, mentre i cinesi l’hanno appena avviato; e i canadesi? Si accontentano di spedire in orbita un omino Lego, grazie a due giovani e intraprendenti studenti con un budget ridottissimo.
“L'intero progetto è cadanese ed è costato quasi 500 dollari”
Un progetto low cost - I due diciassettenni che hanno realizzato quest’ambizioso progetto si chiamano rispettivamente Mathew Ho e Asad Muhammad e la loro impresa è costata meno di 500 dollari. Non hanno fatto altro che installare un minifig - uno di quelli che comunemente chiamiamo omini Lego - su un pallone-sonda per le previsioni meteo che hanno equipaggiato con una scatola isolante in polistirene con tre fotocamere, uno smartphone e una videocamera digitale dotata di grandangolo.
Non badano a spese - Le parti più costose dell’intero “programma spaziale”, in realtà, sono state la bombola d’elio usata per gonfiare la sonda - per la quale è stato necessario sborsare circa 160 dollari - e i flaconi di loctite, che sono serviti per fissare e sigillare ogni componente.
Il legonauta nello spazio - Il lancio ha avuto luogo nelle vicinanze di Toronto, ben lontano da Cape Canaveral, e il pallone ha raggiunto la stratosfera, sfiorando i 30 chilometri d’altezza. Come si può vedere dalle immagini riprese dalla strumentazione di bordo, il supporto è poi esploso e l’omino - insieme alla scatola - è precipitato al suolo. I ragazzi avevano, però, previsto l’evento e montato proprio per questo motivo un piccolo paracadute artigianale in nylon, che ha frenato sensibilmente la caduta.
Recuperato col cellulare - Come hanno fatto a recuperare le prove? Semplice: sfruttando il GPS del telefonino che è andato nello spazio insieme ai Lego. In questo modo, hanno rintracciato il luogo dell’atterraggio, in prossimità del Rice Lake, a un centinaio di chilometri di distanza dal punto di lancio. Il volo - se così può essere definito - è durato complessivamente 97 minuti, mentre la preparazione ha richiesto circa 4 mesi, perché i due potevano lavorarci solo nei weekend.
Nello spazio si gela - Immaginiamo che i più pignoli tra voi si staranno già chiedendo come avranno fatto a evitare che le apparecchiature elettroniche ghiacciassero a quell’altezza; d’altra parte, per chi non lo sapesse, ricordiamo che il “legonauta” ha toccato i -55°C durante la sua spedizione. Anche in questo caso, la soluzione è banale: i ragazzi hanno inserito degli economici scalda-guanti da sci, che hanno ovviato perfettamente al problema.
E le autorità? - C’è, invece, un’ultima questione burocratica che rimane tuttora senza risposta: Mathew e Asad non hanno chiesto alcuna autorizzazione prima del decollo. Speriamo che nessuno lo venga a sapere, altrimenti potrebbero rischiare grosso. (sp)
Luca Busani
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