di Peppe Croce
Gli scienziati della Stanford University hanno messo insieme una mole incredibile di dati per realizzare il primo modello informatico di un essere vivente: il Mycoplasma genitalium.
"Lo studio apre le porte a una nuova disciplina: il CAD biologico"
La vita in un chip -
uno studio che potrebbe cambiare la biologia
525 geni - Certo, il Mycoplasma genitalium è un batterio molto semplice che conta solo 525 geni - il più noto Escherichia Coli ne ha ben 4.288 - ma il lavoro del team di Stanford non è meno importante per questo. Come spiega Jonathan Karr, uno degli scienziati coinvolti nello studio, "L'obbiettivo non era quello di conoscere il Mycoplasma genitalium meglio, ma di conoscere meglio la biologia in generale". In effetti, creando una serie di algoritmi che rappresentano la conformazione e il comportamento del batterio gli studiosi hanno aperto le porte ad un modo completamente nuovo di guardare alla biologia: da dentro le forme di vita.
CAD biologico - Tutto ciò, a sua volta, spinge verso una nuova disciplina scientifica: il CAD biologico. Cioè il Computer Aided Design - disegno assistito dal computer, come quello che usano architetti e ingegneri - applicato alla biologia. In futuro, quindi, si potrà disegnare un batterio partendo dai suoi geni e vederlo sullo schermo nelle sue parti più piccole. In un secondo tempo questo potrà aiutare medici e biologi a capire come i microrganismi interagiscono con il nostro copro, mentre i chimici potranno "progettare" al computer nuovi farmaci basandosi anche sulle informazioni, e sulla conoscenza che ne deriva, provenienti dai modelli matematici di virus, batteri e altre forme di vita.