Quando si tocca l’argomento 3D, pensiamo immediatamente agli schermi di TV, smartphone e console portatili: si tratta sempre e comunque d’immagini virtuali, che vengono da noi percepite come tridimensionali grazie ad interpolazioni ed artifici vari. Non c’è nulla di reale, è vero, ma ritenere che il 3D sia solo questo è terribilmente riduttivo, perché negli ultimi anni la scienza ha messo a nostra disposizione tecnologie che ci consentono di passare con estrema semplicità dal mondo virtuale a quello materiale. Le cosiddette stampanti 3D - più comunemente note con il nome di prototipatori - stanno trovando un sempre più largo impiego, soprattutto nel campo della ricerca e dello sviluppo.
Ad esempio, un gruppo d’ingegneri aeronautici inglesi ha creato in questo modo il SULSA (Southampton University Laser Sintered Aircraft), il primo velivolo interamente realizzato per deposizione di polimeri plastici da un progetto CAD. D’altronde, non sarebbe stato affatto semplice fabbricare un aereo così speciale, che unisce tutta una serie di dettagli tecnici ispirati alle vecchie glorie dell’aviazione della Seconda Guerra Mondiale: per cominciare, sono state utilizzate ali ellittiche, che non si vedevano dai tempi del Supermarine Spitfire, perché troppo costose da costruire su larga scala; in secondo luogo, al suo interno è stata adottata una struttura geodetica, che gli conferisce la stessa robustezza ed affidabilità del bombardiere Vickers Wellington; infine, il sistema propulsivo si trova in coda ed è composto da un piccolo motore ad elica spingente, proprio come nel caccia SAI Ambrosini SS4. Il risultato finale non ha, però, nulla di nostalgico, anzi: è un drone comandato a distanza, in grado di volare perfettamente senza emettere alcun rumore.
Il SULSA è la perfetta negazione dell’artigianato di precisione: non ha viti, ma solo un paio di pezzi ad incastro, è in plastica al 100% e non richiede alcuna esperienza in fase d’assemblaggio; in pratica, è un oggetto volante di altissima tecnologia, che con le giuste competenze ed una EOS EOSINT P 760 chiunque potrebbe fabbricare in casa. E, a proposito di questa stampante 3D, non fatevi venire strane idee: un giocattolo simile costa decisamente di più di un modellino radiocomandato, quindi pensateci bene prima di correre ad acquistarla.